VERSO LE ELEZIONI parte 2
Continuiamo la nostra riflessione su quegli aspetti fondamentali che, come Elettori, dovremo riscontrare nei Candidati che eleggeremo come membri del CIS, a dicembre prossimo.
2a SAPER LAVORARE “INSIEME”
Noi siamo una Comunità e la parola “insieme” dovrebbe essere un pane che mastichiamo ogni giorno. È “insieme” a fratelli e sorelle riuniti in preghiera che abbiamo sperimentato la presenza viva dello Spirito Santo in noi; è insieme a una Comunità parrocchiale che viviamo la nostra maturazione carismatica e che evangelizziamo; è in un Pastorale composto da più membri che collaboriamo alla costruzione di questo “progetto santo” che è la Comunità Gesù Risorto.
Questo è vero per tutti coloro che in Comunità hanno scelto di fare sul serio; quanto più perciò deve esserlo per coloro che il Signore chiama a far parte dell’Organismo più alto di governo, ossia del CIS.
Chi è Candidato a questo ruolo deve perciò analizzare a fondo il suo modo di essere e di operare, domandandosi dove e come possa crescere nell’indispensabile attitudine a voler fare le cose “insieme” agli altri.
“Insieme” agli altri membri eletti nel CIS
- È vero che ci sono già una conoscenza di base, una collaborazione e prima ancora un amore che sono stati costruiti in anni di vita comunitaria e rafforzati in modo particolare nei Ritiri per i Delegati, nei Corsi per Animatori, ecc. Però lavorare a stretto contatto di gomito è un’altra cosa. Assumere un impegno anche gravoso come quello del CIS è un’altra cosa ancora. Allora è necessario, anzi indispensabile, che ciascuno parta con tantissima buona volontà, con l’impegno di voler fare tutte le cose “insieme” con gli altri, “quegli altri” (anzi, con la consapevolezza di averne proprio bisogno, per essere completati nei propri carismi) e con il proposito di non far mai mancare a questo delicato consenso il proprio contributo, pieno e generoso.
- “Insieme” significa però, prima ancora del lavoro concreto, una dimensione spirituale, che comporta un volersi “consegnare” agli altri, per essere reciprocamente strumento di conversione e guarigione.
A volte ci sono persone, splendide per molti versi, ma che non hanno superato quella fase in cui sembra che il mondo giri loro intorno. Ora questo è più che legittimo per un bambino; ma un adulto che continui a essere “auto-centrato” dimostra di aver bisogno di guarigione interiore. Noi proponiamo a tutti la Comunità di Crescita proprio per questo, perché la guarigione arrivi nel profondo e ci renda più liberi e perciò più donati; poi viene anche l’esercizio dei carismi, ma sarebbe davvero un magro risultato se puntassimo solo a questo secondo aspetto, dimenticando il primo.
Consegnarsi agli altri, perché attraverso di loro passi la guarigione di Dio per noi, è un atto di grande maturità. È il primo servizio che possiamo rendere alla Comunità. Allora guariremo progressivamente da tanti altri “acciacchi spirituali” che, nostro malgrado, possiamo portare all’interno della conduzione più alta della Comunità.
- Per procedere tutti insieme, è poi indispensabile anche sapersi formare e saper aggiornare di continuo la propria formazione. Soprattutto su quegli strumenti comunitari che sono stati elaborati, negli anni, proprio per permettere a tutti di camminare nella stessa direzione e per verificare, se necessario, che non ci siano derive e arbitri.
Parliamo prima di tutto dello Statuto, che i Candidati devono amare e conoscere bene; perché ogni eventuale approssimazione, oltre che segno di immaturità personale e pastorale, produrrebbe proposte arbitrarie e scelte incoerenti, di per sé foriere di scontri e divisioni. Lo stesso vale per i Regolamenti-Vademecum, che esplicitano nel dettaglio le norme dello Statuto per ogni singolo Servizio internazionale, per i Delegati diocesani e anche per il CIS.
“Insieme” ai Delegati e ai Responsabili dei Servizi
Chi sarà eletto nel CIS dovrà saper lavorare “insieme” anche a tutti quei fratelli e sorelle che lo stesso CIS nomina per svolgere determinati ruoli. E qui questa parola assume sfumature particolarissime; perché, quando il CIS affida un compito, deve essere poi il primo a rispettare quel compito. Che vuol dire? Che non deve sostituirsi continuamente, impedendo così di fatto agli altri di maturare; non deve svolgere lui il compito di quei Delegati, né ignorare le disposizioni di quel Servizio, perché non è mettendosi continuamente “sopra” che affermerà meglio il suo ruolo.
Naturalmente, proprio in quanto CIS, dovrà dare anche direttive; ma comportandosi sempre e solo secondo il cuore del Padre e desiderando che l’altro possa crescere; crescere così tanto che un giorno possa assumere anche un ruolo più impegnativo: anche quello che ora è il nostro. Allora potremo dire di aver lavorato davvero bene, avendo come fine il futuro della Comunità.
Il CIS in carica non deve mai dimenticare che è chiamato a operare in un “continuum”: con chi è venuto prima (e ha dato la sua vita perché la Comunità fosse così bella!) e con quelli che verranno ancora, fra altri 4 anni, e poi 8, e poi 12… e allora il CIS in carica deve saper lavorare “insieme” anche con le forze nuove, quelle che si affacciano all’orizzonte della nostra storia, quelle che il Signore ci mostra, nello spirito e nell’evidenza della loro donazione, affinché l’“insieme” travalichi le generazioni e possiamo vivere, anche in questo modo, la comunione dei Santi.
“Insieme” a tutte le Nazioni
Chi sarà CIS dovrà chiedere al Signore una capacità di accoglienza e di servizio più grande, mondiale. Ho ascoltato questo velato rimprovero, rivolto a noi che partiamo in missione: «Ci sono tante missioni da fare in Italia… perché andate da un’altra parte?!». Ora di missioni in Italia ne facciamo davvero tante, senza contare che qui è tutto relativamente a portata di mano; ma, “insieme” con l’Italia, c’è un mondo che ci aspetta e al quale è il Signore stesso che ci manda. Il suo invito (…o la sua “preghiera”?) non cessa di risuonare anche nei nostri cuori: «Andate e fate diventare miei discepoli tutti i Popoli della Terra»; e noi andiamo, anche quando le difficoltà oggettive sembrano davvero troppe. Perché è Lui che vuole che le Nazioni, sue figlie, stiano “insieme” e, “insieme”, lo conoscano sempre di più e cantino la sua gloria.
Il CIS del futuro sarà composto, inoltre, anche da membri provenienti da altre Nazioni, che pertanto daranno a questo “insieme” uno sguardo più ampio e più opportunità per far estendere il Regno di Dio.
“Insieme” al Rinnovamento Carismatico mondiale
Oggi poi questa parola, “insieme”, riguarda in modo nuovo, e del tutto sorprendente, tutte le realtà carismatiche di una stessa Nazione e la fisionomia che sta per prendere tutto il Rinnovamento Carismatico Cattolico mondiale. Per quanto riguarda la realtà di CHARIS e i vari “Servizi nazionali di comunione”, per ragioni di spazio rimandiamo ad altri articoli inerenti. In questo contesto desidero fare solo una semplice costatazione: il nostro percorso carismatico ormai è “insieme”, e ogni membro CIS dovrà saper camminare su questa via e dovrà saperla incrementare. Senza paure. Perché ogni realtà che è fortemente unita al suo interno, poi non ha paura di confrontarsi all’esterno, di ragionare insieme con gli altri sulle strade nuove che, per volontà di Papa Francesco (perciò del Signore), percorreremo per far sì che il Rinnovamento Carismatico permei finalmente tutta la Chiesa con la sua grazia esperienziale.
Come se non bastasse, il futuro poi è anche nella comunione fra le Chiese Cristiane! E il Signore ci sta dicendo che possiamo collaborare in questo, che è giunto il tempo, che si fida di noi. Come potremmo rispondergli, se non “insieme”?
Nota
Nel prossimo numero la 3a e ultima parte, più le risposte alle domande che speriamo vorrete scriverci, purché inerenti ai contenuti spirituali; per questioni tecniche rimandiamo invece all’Opuscolo “Elezioni nella Comunità Gesù Risorto” ed eventualmente alla Commissione Elettorale Centrale.
A. Alberta Avòli Ricci