SALVATORE

Domenica 5 dicembre 2004, ore 7, siamo in partenza alla volta di Chianciano Terme per il Corso per i Responsabili. La strada è libera, non c’è traffico; le prime ore di guida passano tranquillamente. Verso le ore 9, superata di poco Padova, viene segnalato che le corsie da due diventano una. La strada inizia a salire, in cima c’è una curva che immette dalla A4 nella A1. Entrati in curva l’auto inizia a sbandare, come una trottola va a sbattere tra i due guardrail e, dopo alcuni giri, si ferma incastrata sotto uno dei due, che ci sostiene a fatica: si è sradicato ma ha trattenuto l’auto, impedendoci di finire in una scarpata profonda una ventina di metri e quindi nell’altra corsia di marcia, con conseguenze spaventose. In quei momenti ho la percezione come di “due figure” molto alte che stendono le loro a mani a proteggerci, a coprirci, e una voce che dice: .

Arriva la Polstrada e, visto come è ridotta l’auto, gli agenti ci guardano esterrefatti; per loro è impossibile che stiamo tutti bene e senza conseguenze fisiche. Sbrigate le formalità di rito, chiedo come uscire dall’autostrada, perché “noi dobbiamo arrivare a Chianciano”. Un taxi mi porta alla stazione ferroviaria di Padova e, con due dei miei tre bambini (uno di otto e l’altro di cinque anni), prendo un treno per Firenze e poi un altro fino a Chiusi. Mia moglie, con il bambino più piccolo di tre anni, riceve un passaggio dall’altra responsabile di Trieste, che ci seguiva a distanza con la sua auto.

Nonostante l’incidente arriviamo in preghiera puntuali. Voglio testimoniare che in quei momenti non ci siamo resi conto delle possibili conseguenze, il nostro unico obiettivo era essere presenti a Chianciano perché da mesi aspettavamo quest’incontro. Avevamo bisogno di pregare con i fratelli, di sentirci abbracciare dall’amore di Dio e le nostre aspettative non sono deluse: il Signore Gesù con il suo amore ci rigenera, libera, consola, dando senso alla nostra vita.

Gianna

Voglio aggiungere che, nel momento dell’incidente, la cosa più straordinaria è stata la pace che ho avvertita dentro di me e che mi ha fatto comprendere che il Signore sicuramente mi aveva guarito dalla mia emotività e insicurezza. La conferma l’ho avuta infatti durante i giorni del Corso, soprattutto al momento della preghiera personale, che abbiamo fatto l’uno per l’altro in piccoli gruppi, e poi nella vita profondamente rinnovata che ho cominciato a condurre una volta tornata a casa.

Ma, come se non bastasse, il Signore mi ha lasciato anche un’altra grazia. Da alcuni mesi soffrivo di una strana nodulosi alle gambe, con forti gonfiori e dolori, che il cortisone curava solo al momento e per la quale avrei dovuto sottopormi a una serie di esami, che io avevo però rimandato a dopo il Corso, confidando nella sua Misericordia… Quando sono tornata a casa i noduli hanno iniziato ad asciugarsi e le mie gambe sono tornate rapidamente quelle di prima.

Parr. “Ss. Pietro e Paolo” – Trieste

LIBERATE DAL VIZIO DEL FUMO

Sono arrivata in Comunità invitata, con dolce insistenza, da una sorella che conosco. . Venivo da uno spaventoso episodio di depressione e qui ho trovato un percorso meraviglioso che, preghiera dopo preghiera, mi ha avvicinato a Gesù e alla Chiesa. La mia vita stava tornando normale, tuttavia mi restava il vizio del fumo. Ero partita da tre pacchetti di sigarette, poi, per incompatibilità con i farmaci ero riuscita a scendere a uno, ma ora stavo risalendo a tre, il livello precedente.

Il giorno della Candelora di quest’anno, proprio non ce la facevo ad aspettare la fine della celebrazione in chiesa e tormentavo il mio pacchetto con impazienza. Quando finalmente sono uscita ho detto alle mie amiche: . Invece non mi ha chiesto niente, nessun sacrificio; è Lui che mi ha tolto la voglia di fumare, senza nessuna fatica.

Le cose sono andate così: quella stessa sera mi sono intossicata con le esalazioni combinate di due detersivi liquidi. Stavo male, riuscivo appena a respirare, non potevo mettermi supina, seduta sul letto aspettavo. Allora ho cominciato a pregare; non leggevo, non pronunciavo parole, ma con una mano sul libro chiuso delle preghiere, chiamavo dentro di me il Signore. È durato dalle ventitrè alle quattro circa, poi mi sono addormentata. Al risveglio il mio cuore cantava i canti della Comunità e da allora non ho più avuto voglia di fumare.

Sara – Parr. “Maris Stella” – Ostia (Roma)

Durante una preghiera al Convegno, un animatore dal palco ha fatto una profezia: era quello il momento di grazia per essere guariti dalla dipendenza da alcol, droga e fumo; coloro che nello Spirito lo avessero sentito, erano invitati a liberarsi con fede dell’oggetto della propria schiavitù, chi della dose di stupefacenti, chi della bottiglia, chi delle sigarette.

Io da quarantaquattro anni fumavo circa un pacchetto al giorno e già altre volte avevo sentito fare quella richiesta senza però mai essermi sentita per questo interpellata, ma quel giorno fu diverso. Accanto a me una sorella, con un’autorevolezza che certamente le veniva da Gesù, mi disse:. Ho sentito un tonfo al cuore e senza pensare ho gettato a terra il pacchetto di sigarette. Mi tremavano le mani, le gambe, ma poi all’improvviso tutto si è calmato, tutto è ritornato nella norma. Allora ho detto a Gesù:. Da quel giorno non ho più fumato e la cosa più fantastica è che non ho sentito il desiderio di farlo.

Giuliana – Parr. “SS. Sacramento” – Roma

Share This