Mi hanno chiamato per partecipare al pellegrinaggio 2 giorni prima della partenza per Roma. Ho dovuto decidermi molto in fretta, ma la risposta è partita subito, prima di realizzare a che cosa andavo incontro, anche perché non ero nemmeno a conoscenza di cosa avrei dovuto fare a questo pellegrinaggio.

Il programma era pieno e non avevamo molto tempo a disposizione per conoscere gli altri 71 partecipanti. Ma ciò è bastato a farci sentire ugualmente un’unica famiglia.

Il primo giorno lo abbiamo passato a Roma nell’istituto Salesianum.

Venerdì il programma era: visita alle tombe di S. Caterina da Siena e di Giovanni Paolo II e poi accoglienza in Vaticano da parte di S. E. mons. Angelo Comastri.

Il pomeriggio lo abbiamo trascorso a Terni, in compagnia del Vescovo S.E. mons. Paglia.

Sabato ci siamo trasferiti ad Assisi per celebrare l’Eucaristia nella Cappella delle Reliquie, nella Basilica di San Francesco. Dopo l’incontro con la comunità monastica delle sorelle povere di Santa Chiara ci siamo trasferiti a Macerata per dare inizio al pellegrinaggio a piedi a Loreto.

Pellegrinaggio Macerata – Loreto

Abbiamo iniziato il pellegrinaggio verso le 22 allo stadio di Macerata, dove si sono riuniti i pellegrini di tutta l’Italia. Dopo la Messa all’aperto e la benedizione di S. E. mons. Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, cominciava il cammino a piedi che durava 27 chilometri.

In tutto eravamo circa 60.000 pellegrini e tutti seguivano lo stesso scopo, che era quello di arrivare alla casa della Santa Madre.

Era una notte piena di speranze, dolore, paure e dubbi e sopratutto curiosità su che cosa ci aspettava sulla via del Signore.

Dopo pochi chilometri già si immaginava la durezza del cammino, perché iniziavano a far male le gambe e lo zaino pesava il triplo che all’inizio e con questi pensieri cominciavano anche i dubbi dentro di me.

Ma che sto facendo qua? Perché sto camminando a piedi su una strada che non conosco, non so che mi aspetta, e se non ce la faccio?… però tutti continuavano a camminare, camminare e camminare… volevano solo raggiungere la meta e quindi anch’io seguivo gli altri.

Dopo diversi chilometri hanno dato a ogni pellegrino una candela e, camminando e guardandoti intorno, vedevi una lunghissima fila di luci nella notte. Ma anche se questo spettacolo era meraviglioso, i dolori alle gambe erano fortissimi; però, entrando in preghiera con 60.000 credenti che soffrivano come te, l’anima si calmava e a un certo punto non sentivi più i dolori ma solo la pace nel cuore e la certezza che questa era la via giusta… La strada verso il Signore…

Dopo nove ore di cammino con un susseguirsi di vari sentimenti, iniziato con i dolori, sofferenza, allegria, sentirsi abbandonato, cadere, rialzarsi, aspettare, incoraggiare, ascoltare, lasciarsi trasportare, e sopratutto pregare… e ogni sentimento vissuto nella sua unica propria intensità, arrivavamo a Loreto, alla casa della Santa Madre.

Alle 7 del mattino, lasciando sulla strada del pellegrinaggio tutte le mie forze fisiche e psichiche, sono entrata nella casa di Maria senza nessun sentimento. Non mi aspettavo niente di miracoloso perché ero veramente senza forza e troppo stanca.

Ma entrando nella Casa ho sentito nel mio cuore una tranquillità mai provata in vita mia e avevo il sentimento che il mio cuore si fosse ingrandito.

Era come se qualcuno toccasse il mio cuore, ma era come un soffio di vento caldo e leggero… in quel momento mi sono resa conto di quello che era successo questa notte del pellegrinaggio… e ho iniziato a piangere…

Dopo aver vissuto il pellegrinaggio di 27 chilometri da Macerata – Loreto a piedi posso dire che è stato per me personalmente un regalo; cominciando dai primi passi mi sembrava di camminare sulla strada della vita, non solo della mia, ma quella di ognuno di noi credenti.

Proprio nel momento più doloroso della nostra vita il Signore ci chiama a seguire Lui. Alcune volte ci dobbiamo fermare perché siamo stanchi, però c’è sempre qualcuno che ci sta affianco e ci rafforza e ci dà una mano per rialzarci. Alcune volte ci serve aiuto e non ci dobbiamo vergognare di chiedere perché c’è sempre qualcuno che ci ascolta. Ci sono le salite e le discese dove andiamo più piano del solito, però il Signore ci dà sempre qualcuno accanto che viene vicino a noi per continuare la strada… a volte siamo noi che dobbiamo dare coraggio agli altri e dobbiamo aspettare qualcuno, però proprio questo ci riempie il cuore di amore perché torniamo tutti sulla stessa strada. Il Signore ti mette accanto sorelle e fratelli che forse ti servono solo in quel momento e anche altri che continuano a proseguire la tua strada fino alla fine, ma ognuno ha il suo ruolo importante per farti arrivare… un passo dopo l’altro… con la certezza che alla fine ci aspetta una cosa meravigliosa… e questa cosa meravigliosa è Gesú che ci porta al Padre…

Quindi noi giovani, riuniti nel nome di Cristo Gesù, dobbiamo mettere insieme le nostre forze e le nostre speranze, facendo sì che altri giovani possano seguire il messaggio che Gesù ci ha dato, perché nell’Amore non ci saranno barriere che non si potranno superare.

Dopo che ho vissuto questa esperienza bellissima e fondamentale per la mia fede, il mio cammino come giovane cristiana si è formato ancora di più. Pur sapendo che ognuno di noi veniva da un altro gruppo e da un altro posto, siamo diventati un cosa unica con un unico scopo, quello di seguire il Signore e di essere testimonianza vivente per gli altri.

Ricevere il mandato dal Papa sarà un segno così grande che ancora non riesco a immaginarlo.

Sicuramente metterà in evidenza il bisogno di noi giovani di affidarci al Signore e di dar testimonianza che la fede può guidarci e riunirci togliendo ogni barriera.

Valentina Sorg – Leeheim – Germania

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