“Ora contemplate ciò che ha operato con voi e ringraziatelo con tutto il cuore”

Siamo un piccolo gregge, 33 giovani, assetati del Signore e consapevoli che questo Ritiro è una grazia grande. Così nella preghiera comunitaria apriamo piano piano i nostri cuori al Signore, il quale inizia con noi la sua opera di consolazione, liberazione e guarigione e ci riempie di Lui.

L’insegnamento di Giuseppe ci porta a riflettere sulla gratitudine, sul nostro rapporto con la preghiera, sulle difficoltà superate, soprattutto sull’amore. Il clima di familiarità che viviamo ci permette di fare memoria, di guardare indietro e renderci conto di quanta strada abbiamo fatto insieme; e questo rafforza il desiderio di farne ancora tanta, ancora più uniti, di incontrarci tutti insieme anche più spesso.

Le testimonianze rafforzano questa consapevolezza e questo senso di gratitudine. Poi, dopo il pranzo, siamo davanti a Gesù Eucaristia, con tanto da chiedere e tanto da offrire; soprattutto sentendoci un cuore solo. È un momento molto intenso, nel quale piangiamo, cantiamo, ci trasmettiamo l’amore fraterno. Santa Messa, celebrata da don Ernesto e, ripieni di questo amore, torniamo nelle nostre case con una conversione più profonda nel cuore e che ci avvicina sempre più a Lui.

Petra Rovitti

 

«Se torniamo indietro e proviamo a riflettere sulla nostra vita, forse anche noi possiamo riscoprire la presenza di Dio lungo tutto il cammino che abbiamo fatto fino a oggi. La sua presenza al nostro fianco è una presenza costante, ma non soffocante, che ci educa nella libertà e nella responsabilità. Lui si fida di noi e l’atteggiamento della contemplazione è il “minimo sindacale” che noi Cristiani dobbiamo avere nei suoi confronti; atteggiamento che non significa “fuga dal mondo”; tutt’altro, perché chi contempla Dio riesce a penetrare in profondità il senso della vita e delle cose che accadono.

Dalla contemplazione poi non può non scaturire la gratitudine a Dio e da qui anche la lode. Molte volte abbiamo ascoltato l’invito a lodare Dio nonostante le difficoltà e il dolore; ed è giusto, è un grande atto di fede, è un sacrificio gradito a Dio, in quanto togliamo noi stessi dal piedistallo e ci riconosciamo fragili, creature bisognose di amore. Quest’amore che viene da Dio non è oggetto di compravendita, è gratuito; la lode non paga il prezzo, semmai è un canale aperto attraverso il quale riceviamo la consolazione e la forza per riprendere il cammino,

Io vi posso testimoniare proprio questo: quando mi reco in Comunità con il cuore un po’ troppo pieno di me stesso, la preghiera fatica a farsi lode, quando invece entro in preghiera riconoscendo il mio bisogno di perdono, di essere aiutato, la grazia di Dio non tarda ad arrivare.

Tutto, illuminato dalla grazia, può diventare motivo per lodare Dio. Una lode fatta a voce alta, senza timori: questo è l’invito che Dio rivolge oggi a noi, insieme a quello a vivere con fedeltà gli impegni della Comunità Gesù Risorto e la spiritualità che essa incarna».

Giuseppe De Biase

(Stralcio dall’insegnamento)

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