Siate sempre pronti a rendere ragione a chiunque vi domandi conto della speranza che è in voi” (1 Pietro 3,15)

Da molto tempo faccio parte della Comunità Gesù Risorto, che è la meravigliosa realtà attraverso la quale il Signore ha cambiato la mia vita, permettendomi di riconoscerlo come mio Salvatore.

La cosa che più mi colpì, molto quando mi avvicinai per la prima volta a questo tipo di preghiera, fu la possibilità di fare un’esperienza concreta del Suo amore. La prima sensazione che si sperimenta infatti è l’accoglienza nell’amore come fraternità e questa è una dimensione fondamentale, perché molte volte si ha l’impressione di un Dio estremamente lontano, che non tocca la tua realtà umana.

Veniamo spesso da esperienze di sofferenza, che ci hanno fatto smarrire il senso del nostro valore personale, e non c’è nulla, a mio parere, di più risanante della profonda comunione che si crea con dei fratelli che prendendosi cura dei tuoi bisogni, lasciano passare l’amore di Dio: ciò è vero in moltissimi casi e lo fu ancora di più nel mio, perché, avendo un handicap fisico, rifiutavo la mia vita ed ero piena di rabbia.

La seconda tappa della mia guarigione fu sperimentare che è importante rivolgersi a Dio in modo personale, a partire dalla propria fragilità, non tacendo a Lui nessuna situazione, anche la propria rabbia. Io ero profondamente in crisi con Lui, perché non riuscivo a conciliare l’idea della sua misericordia con il mio stato e il giorno che incontrai la sorella che mi annunziò la Comunità ero proprio abbattuta e con la ferma intenzione di farla finita. Lei invece, mossa dallo Spirito, mi spiegò come il Signore voleva prendersi cura delle antiche ferite della mia vita e voleva donarmi la Sua pace e quindi mi condusse a un incontro di preghiera della nostra Comunità, che allora era la Comunità Maria, durante il quale il Signore mi rivolse una parola: Sono venuto nella tua vita per prendermi cura della tua fragilità.

Egli mi fece pian piano comprendere che era necessario abbandonare i miei schemi mentali; mi guarì lentamente dal senso di inferiorità e mi rivelò anche che a cambiare non dovevano essere gli altri, ma dovevo essere io, dando loro la possibilità di entrare nella mia vita e smettendola di sentirmi sempre in competizione con tutti. Sperimentai, perciò, una profonda guarigione interiore.

Un’altra cosa davvero straordinaria è il valore della gestualità. Non a caso nel Rinnovamento per pregare usiamo anche il nostro corpo e questa per me è una grande duplice grazia: infatti è un segno di grande libertà interiore, e ci mostra anche, soprattutto a me, come Dio ci chieda di riappropriarci della nostra dimensione corporea. Ma il Signore, come ho già detto, rimosse le cause della mia inferiorità; oggi posso dire che la grazia più grande che ho ricevuto non è tanto l’eliminazione del dolore quanto la comprensione di esso.

Con la guarigione mi riavvicinai ai Sacramenti, dove ogni giorno sperimento la sua pace e la sua forza. Inoltre ricevetti l’effusione dello Spirito Santo, durante la quale il Signore mi disse che rafforzava la mia fede e voleva che lo servissi con tutto il cuore.

Il processo di guarigione che il Signore ha realizzato in me attraverso le amorose cure della mia Comunità è stato meraviglioso. Infatti, facendomi uscire dalla morte, rese vere per me queste parole: Il sole di giustizia con raggi benefici sorgerà per voi cultori del mio spirito e voi uscirete saltellanti come vitelli da una stalla (Mal 3,20). Oggi posso dire che il Signore ha davvero realizzato tutte le sue promesse: ho un buon lavoro, una famiglia che mi ama, la certezza di essere amata da Dio che è la più grande ricchezza.

Il Signore ha a tal punto modificato la mia vita guarendomi dalla paura degli altri, che ho la gioia di essermi sposata e di aver creato una famiglia. Grazie Signore di tutto ciò che fai quando ti lasciamo un piccolo spazio nella nostra vita.

Maria Luisa – Parr. “S. Giulia – Roma

Share This