“LO SPIRITO DEL SIGNORE È SOPRA DI ME”

     Il tema del Convegno del 1997 è ripreso da una profezia di Isaia che annuncia la presenza dello Spirit_3 Spirito Santo nella persona e nell’opera del Messia, quando dice che dal ceppo della casa di Davide spunterà un germoglio e su di lui si poserà lo Spirito del Signore, e prendendovi stabile dimora. Il profeta poi precisa la natura e gli aspetti della missione del Messia e questo è il testo che Gesù leggerà nella sinagoga di Nàzaret, lo commenterà e lo riferirà a se stesso.

Leggiamo dal Vangelo di Luca, che riprende questa profezia: <<Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato, ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:

“Lo Spirito del Signore è sopra di me;

per questo mi ha consacrato con l’unzione,

e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,

per proclamare ai prigionieri la liberazione

e ai ciechi la vista;

per rimettere in libertà gli oppressi,

e predicare un anno di grazia del Signore”.

Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”>> (Lc 4, 16-21).

Lo Spirito Santo consacra Gesù per una missione straordinaria: annunciare la buona novella ai poveri,  liberare gli oppressi,  donare la vista ai ciechi e Gesù compie questa missione nella forza e nella potenza dello Spirito Santo che Egli possiede al di là di ogni misura, perché il Padre gli ha donato tutto il suo Spirito. Lo Spirito Santo è una forza che non investe Gesù dal di fuori, ma si sprigiona da dentro di Lui, perché gli appartiene, è il suo proprio Spirito. Con la forza e l’autorità dello Spirito Santo, dunque, Gesù annuncia il Vangelo del Regno, guarisce i malati, rimette i peccati, caccia i demoni; e questo stesso Spirito che si è posato su Gesù, vuole posarsi e rimanere su ciascuno di noi, su tutti coloro che credono in Lui e su tutti quelli che lo accoglieranno come Signore e Salvatore.

 

La Persona dello Spirito Santo

 

Voglio soffermarmi ora sulla Persona dello Spirito Santo. Certamente Egli non è qualcosa di spirit1evanescente, come nebbia che fluttua nell’aria; intanto non è “qualcosa”, lo Spirito Santo è Qualcuno, è una Persona. Per noi una persona è un essere fatto di corpo, di anima, di spirito e siccome lo Spirito Santo non ha un corpo, ci rimane difficile capirlo come Persona; però consideriamo che cosa veramente rende un uomo “persona”: certamente anche il corpo, ma soprattutto quello che viene fuori dal corpo: le emozioni, i sentimenti, l’intelligenza, la volontà, l’amore. Sono queste le caratteristiche che formano una persona, che danno all’uomo la “personalità”.

Così è per lo Spirito Santo; ci rimarrà difficile capirlo come Persona finché non lo vediamo in rapporto alla personalità di Dio: lo Spirito Santo è la potenza personale del Dio vivente, le sue azioni sono le azioni di Dio e il suo compito è quello di far conoscere i progetti del Padre e le opere del Figlio. Vediamo allora qual è l’opera del Padre e del Figlio: il Padre è Colui che comanda, che dà ordini, il Figlio Gesù è Colui che li esegue, lo Spirito Santo è la potenza che realizza i disegni del Padre e le opere del Figlio, quella potenza che ha creato tutte le cose e tutte le mantiene in vita; è il soffio vitale di Dio, quel soffio che diede vita ad Adamo, quando Dio soffiò nelle sue narici un alito di vita e Adamo divenne un essere vivente.

Lo Spirito Santo è anche la potenza di Dio che è intervenuta in tutta la storia della salvezza, quando diede a Mosè il potere di liberare il popolo dalla schiavitù dell’Egitto; è anche la forza che divise il Mar Rosso; è la potenza dei Patriarchi, dei Re, dei Profeti, dei Testimoni, dei Martiri del Signore, a cominciare da Stefano fino a tanti altri che gli sono succeduti. È anche la forza che accompagnava Gesù fin dal primo istante del concepimento e che non l’ha mai abbandonato. Noi sappiamo che Gesù è venuto nel mondo per portare a compimento le promesse del Padre e la promessa che le comprende tutte e che le conclude è proprio il dono dello Spirito Santo che Gesù annuncia agli Apostoli e ai discepoli prima di ritornare al Padre, quando dice loro di rimanere in città finché non fossero stati rivestiti di forza dall’alto.

Noi sappiamo bene che queste promesse fatte da Gesù si realizzano nel giorno di Pentecoste, quando lo Spirito Santo scende con una potenza incredibile sugli  Apostoli e sui discepoli. La venuta dello Spirito Santo è veramente tremenda, forte; davvero potente è l’irruzione dello Spirito Santo sulla terra: lingue di fuoco, vento forte, terremoto… una vera manifestazione della potenza di Dio! Del resto il primo fatto che rivela la presenza dello Spirito Santo è proprio la potenza e di questa potenza sono investiti i centoventi che stanno nel Cenacolo con Maria: lo Spirito Santo è così potente su di loro da cambiare in loro ogni  azione, ogni  discorso, ogni emozione, ogni  sentimento, ogni comportamento, donando loro un coraggio impensabile fino a pochi minuti prima. Sappiamo quale trasformazione abbia avuto S. Pietro: da persona timida, paurosa quale egli era, inizia a predicare con una forza,  un’audacia e un coraggio incredibile; il discorso di Pietro è  così potente che converte tremila persone.

Ciò che Gerusalemme vide in quella mattina di Pentecoste non era ubriachezza come alcuni pensavano, ma era quella gioia incredibile che nasce quando lo Spirito Santo prende possesso della vita degli uomini. Con quella potenza e con quella autorità gli Apostoli e i discepoli cominciarono a toccare la vita degli uomini e il loro ministero era accompagnato da tanti segni e da tanti prodigi, come ci viene descritto negli Atti degli Apostoli: “Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; degli altri nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro. Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti” (At 5, 12-16).

Il risultato di questa potenza dello Spirito Santo sugli Apostoli e sui discepoli era l’aggiungersi alla comunità e al Signore di un numero sempre maggiore di credenti e di persone. Perché allora la Chiesa primitiva aveva così tanta potenza mentre noi ne abbiamo così poca? Noi sappiamo che a un cenno degli Apostoli i demoni si sottomettevano e fuggivano, sappiamo che gli Apostoli imponevano le mani ai malati e questi guarivano, addirittura l’ombra di Pietro guariva. Ma quanti cristiani oggi hanno perfino paura di nominare il diavolo (dico questo non per dargli importanza, ma perché è una realtà), negandone perfino l’esistenza… E quanti ministri di Dio invece di predicare alle persone che Gesù può guarirli, toccarli e liberarli, tacciono lasciando le persone in schiavitù. Quanti, invece di obbedire al comando di Gesù: “Nel mio nome caccerete i demoni”, fanno credere che determinati problemi spirituali sono frutto di fantasia o, al più, sono problemi psicologici… Quanti, invece di obbedire a ciò che Gesù ha comandato di fare per gli ammalati e per gli infermi: “Imporrete le mani ai malati e questi guariranno”, dicono a chi è ammalato che la sua malattia è una benedizione di Dio!

Se le cose stessero davvero così, perché quando noi stiamo male andiamo subito dal medico per curarci e per essere guariti? Se le malattie fossero una benedizione di Dio non dovremmo andarci e dovremmo tenercele per la gloria del Signore. In realtà noi facciamo molto bene ad andare dal medico, per curarci e per guarire, è un nostro dovere e i medici sono gli strumenti ordinari di Dio per la nostra guarigione, secondo le parole del Libro del Siracide – che leggo soprattutto per qualcuno che è restio ad andare dal medico – : “Onora il medico come si deve secondo il bisogno, anch’egli è stato creato dal Signore. Dall’Altissimo viene la guarigione, anche dal re egli riceve doni. La scienza del medico lo fa procedere a testa alta, egli è ammirato anche tra i grandi. Il Signore ha creato medicamenti dalla terra, l’uomo assennato non li disprezza… Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà. Purificati, lavati le mani; monda il cuore da ogni peccato… Fa’ poi passare il medico  – il Signore ha creato anche lui – non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno. Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani. Anch’essi pregano il Signore perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita” (Sir 38, 1-14).

Allora, se è giusto andare dal medico per essere curati e per guarire, sarà ancora più giusto andare dal vero medico, da Colui che può guarire tutte le malattie, anche quelle che gli uomini non sono ancora capaci di guarire. Teniamo presente che Gesù, nel tempo che ha trascorso sulla terra, durante gli anni della sua vita pubblica, ha incontrato un’infinità di ammalati e di povertà di ogni genere e a nessuno di loro  ha mai detto che non lo avrebbe guarito perché la malattia è una benedizione di Dio. Noi conosciamo bene le risposte di Gesù davanti ai malati: “Sì, lo voglio, guarisci!”… oppure: “Sì, la tua fede ti ha salvato, alzati e cammina!”. Leggendo i Vangeli sembra che Gesù non abbia fatto altro che guarire; ma del resto che cos’è la salvezza se non una liberazione dal male per entrare nell’intimità e nella comunione con Dio? Gesù è venuto a fare proprio questo: a liberarci dal male – innanzi tutto dal male del peccato – e da qualsiasi tipo di male.

 

Vivere nella Potenza dello Spirito Santo

 

Ora noi potremmo chiederci perché Dio oggi non guarisce tutti e perché ci sono così poche guarigioni in Comunità. Le risposte che darò non saranno esaurienti, perché alla fine c’è sempre il mistero del pensiero di Dio, però possono aiutarci a capire. Intanto dobbiamo ammettere che c’è poca fede nel potere di Gesù di guarire i malati e crediamo ancora meno al fatto che questo potere il Signore l’ha dato a ognuno di noi.  Il Signore ha dato il potere di sanare i malati a tutti quelli che hanno fede in Lui. Gesù stesso ha detto: “Farete le mie stesse opere, anzi ne farete di più grandi perché io vado al Padre”.

“Nel mio nome caccerete i demoni, imporrete le mani ai malati e questi guariranno”, ma noi ci crediamo veramente? Ci crediamo fino in fondo? Poi c’è anche da dire che non sempre il Signore spirit2guarisce nei modi e nei tempi che vorremmo noi: a volte la guarigione è immediata, altre volte può avvenire dopo mesi o anni; e allora, quando non vediamo subito i risultati, ci scoraggiamo e cominciamo a dubitare. Invece dovremmo pregare incessantemente perché il Signore ci guarisca, offrendo contemporaneamente quella situazione a Dio per la sua gloria: non la malattia è “gloria di Dio”, ma la nostra vita, la nostra situazione offerta a Lui.

Un’altra risposta che possiamo dare è che Dio normalmente lascia che il male e le ingiustizie facciano il loro corso e arrivino fino alla fine. Qualcuno potrebbe dire che Dio allora è ingiusto, ma non è così, perché Dio non è ingiusto! Come è vero che noi siamo qui, verrà un giorno in cui Dio eserciterà la sua giustizia, su tutti i mali, sulle malattie, sul male personale, sul peccato personale e sul peccato del mondo, su tutta la storia. Ma se Dio dovesse intervenire ora su tutti i mali e su tutte le ingiustizie significherebbe che è giunta a noi la fine dei tempi; fino a quando non verrà questo momento il Signore lascia che le cose arrivino fino alla fine.

Certo, lo ripeto, queste risposte non esauriscono l’interrogativo dell’esistenza del male; per noi mortali rimane sempre “il mistero dell’iniquità” di cui parla S.Paolo, tuttavia sappiamo una cosa certa: Dio non manda il male, Egli ha il desiderio di guarirci e io credo che con la nostra fede noi dobbiamo “compromettere” il Signore e strappargli più guarigioni possibili . Io ho l’impressione che il Signore non sa resistere davanti a una fede forte.

Se, nonostante tutto, queste guarigioni non dovessero avvenire  – perché una volta dovremo pure morire – noi dobbiamo essere certi che Dio ci darà la pace e la forza per affrontare e per offrire ogni situazione a Lui e, soprattutto, ci darà la grazia di non perdere mai la speranza, sapendo che l’ultima speranza è quella della pasqua nella quale avverrà la vera e piena guarigione. Noi non ci pensiamo mai, ma la nostra vera guarigione avviene proprio quando passiamo da questo mondo all’altro, quando non ci sarà più lamento, né malattia, né sofferenza, quando Dio asciugherà ogni nostra lacrima e non ci sarà più la morte. Non so se, pregando su alcune persone, vi sia mai capitata  questa esperienza che io ho fatto più volte: sentire una grande potenza di guarigione e poi, dopo un mese o due, quelle persone muoiono. Ed è proprio così: il Signore dà loro la vera guarigione della pasqua, per farle passare da questo mondo all’altro dove non c’è più nessuna sofferenza; quella è la “vera” guarigione.

Dobbiamo pregare molto di più e chiedere al Signore Gesù che ci faccia dono di una fede carismatica, quella fede che veramente può dire a una montagna di buttarsi in mare e vedere che essa lo fa. La fede carismatica ci serve per aiutare tutti quei fratelli che sono nel bisogno e nella necessità ed evitare che essi si rivolgano ad altre persone che facciano fare loro esperienze negative e di grande sofferenza. Mi riferisco a tutti quei fratelli che, non trovando aiuto nella Comunità e nella Chiesa in generale, si rivolgono ai maghi, agli stregoni, agli imbroglioni, ai guaritori e così via…

La ragione di tante sconfitte per molti di noi cristiani è l’aver ignorato la Persona più potente dell’Universo intero, la Persona dello Spirito Santo; molte volte lo abbiamo ignorato, mentre lo Spirito Santo vuole rinnovare tutti i cristiani, tutta la Chiesa, tutte le Chiese. In questi ultimi trent’anni lo Spirito Santo sta soffiando un grande risveglio. In tutta la storia della Chiesa ci sono stati tanti periodi in cui Egli ha soffiato questi risvegli. Noi crediamo che, fin dal momento in cui il Papa Giovanni XXIII, prima del Concilio, invocò una nuova Pentecoste sulla Chiesa, lo Spirito ha iniziato a soffiare in modo tremendo, forte, impetuoso e uno dei primi frutti della sua opera è stato il Concilio stesso. Inoltre, quante Comunità, quante realtà ecclesiali sono nate in quel periodo! Anche noi siamo nati in quel periodo.  Il risveglio non  avverrà ancora con forza se noi non crediamo alla presenza e alla potenza dello Spirito Santo.

 

Una relazione profonda con lo Spirito Santo

 

Molti dicono di avere fede nello Spirito Santo, ma lo conoscono veramente? Noi lo conosciamo veramente? Quanti di noi hanno una relazione profonda con lo Spirito Santo? In noi c’è poca potenza, poca vitalità perché non abbiamo la stessa fede nella Persona dello Spirito Santo così come noi l’abbiamo per il Padre e per il Figlio. Una frase comune dice che lo Spirito Santo è “il grande sconosciuto”, ed è proprio così, e se cala la fede in Lui succede che diminuisce la potenza, perché lo Spirito Santo è chiamato ed è realmente il Potente.

Ci sono molti cristiani che addirittura evitano di pronunciare il nome dello Spirito Santo per non essere confusi con i carismatici… e la stessa vita carismatica sembra molto affievolita; eppure nel Rinnovamento Carismatico milioni di persone sono stati toccati dallo Spirito, ma, una volta ricevuta l’effusione, molti si sono fermati a quel momento e non hanno continuato a vivere una relazione profonda di fede con lo Spirito Santo; tanti si sono fermati lì, come se non potesse più avvenire niente di nuovo, come se l’effusione non potesse essere rinnovata.

Mettere in secondo piano lo Spirito Santo è un’opera di Satana perché lui sa bene, molto bene che, se un cristiano scopre la realtà e la Persona dello Spirito Santo, la sua vita viene trasformata radicalmente e diventa una potenza trasformante per molti altri. Il diavolo questo lo sa e non vuole e ha tutto l’interesse che noi “trascuriamo” lo Spirito Santo.

Immaginate che cosa accadrebbe se ogni credente, sia fedele, sia Vescovo o sacerdote, si prostrasse a cercare un rapporto personale, profondo e continuo con lo Spirito Santo, sapete che cosa succederebbe? Che si rivoluziona il mondo e le chiese,  da vuote che sono, diventano stracolme, tanto da non contenere più le persone. Certo che nel mondo ci sono tanti cristiani vivi, pieni di zelo, ma quanti morti ci sono, pure!

Pensate a quale grande trasformazione hanno avuto gli Apostoli e i discepoli dopo Pentecoste, persone che hanno vissuto una grande comunione e una grande intimità con lo Spirito, al punto che Lui è divenuto parte di tutte le loro azioni; non li ha abbandonati mai. E la cosa strabiliante, caro fratello e cara sorella, è che Dio vuole donare a te quello stesso Spirito! Una nuova venuta dello Spirito Santo è possibile, quello Spirito che è già in noi dal Battesimo e dalla Cresima; una rinnovata effusione è possibile, perché non ci viene dal di fuori, ci viene dal di dentro. Perché lo Spirito è già dentro di noi, come ci dice Gesù: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Si tratta di uno sgorgare e di un agire dello Spirito che libera  energie interiori, perciò dobbiamo prendere coscienza in modo più forte della presenza e della potenza dello Spirito Santo che è in noi.

Lo Spirito Santo è stato mandato per stare con te e in te, caro fratello e sorella, ma Lui non verrà se tu non cominci a supplicarlo, a invocarlo, a pregarlo; aspetterà fino a quando tu non lo farai. E nella misura in cui tu comunichi con lo Spirito Santo, allora conoscerai Gesù, la sua vita e il suo amore. Gesù ci dice che: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Gv 16, 13-15).

Dunque, se tu vuoi conoscere Gesù, ti devi rivolgere alla Persona dello Spirito Santo, che desidera essere il tuo amico più prezioso, più caro, più fedele e che ti vuole avvicinare sempre di più a Gesù e sta aspettando che tu inizi una nuova relazione con Lui, faccia a faccia;  Egli vuole riempire tutta la tua vita e quando una vita è ripiena di Spirito Santo, allora viene glorificato Gesù. Del resto ogni azione della nostra vita riflette ciò di cui noi siamo pieni: se siamo pieni di cose mondane trasmetteremo cose mondane, se siamo ripieni dello Spirito Santo, trasmetteremo Gesù. Lo Spirito Santo desidera questa amicizia e questa comunione con ognuno di noi, e anche noi, tutti i giorni, dovremmo rivolgere a Lui questa preghiera: “Spirito Santo, io voglio diventare tuo amico, desidero che Tu diventi il mio migliore amico, la persona più importante, più preziosa, più potente della mia vita. Vieni adesso, Spirito Santo, vieni con potenza, manifesta adesso tutto il tuo amore, la tua amicizia. Amen!”.

Dobbiamo cominciare a dialogare con Lui, con tanta familiarità, con tanta semplicità, come si fa con una persona che ci è intima; in questo dialogo semplice e spontaneo dobbiamo aprire il nostro cuore a Lui e Lui lo aprirà a noi e ci sarà allora una condivisione reciproca di pace, di amore e di gioia. Lo Spirito vuole diventare nostro compagno e operare tutto con noi, così come faceva con gli Apostoli che scrivevano perfino le lettere insieme allo Spirito Santo: quando scrissero ai cristiani di Antiochia, si espressero proprio con queste parole: “È parso bene allo Spirito Santo e a noi…”. La Scrittura dice anche che l’ombra di Pietro guariva gli ammalati, ma era l’ombra di Pietro che guariva o era la potenza dello Spirito che seguiva S. Pietro? Era la potenza dello Spirito! E anche ai tempi nostri ci sono fenomeni simili.

 

I segni della pienezza dello Spirito Santo

 

Per diventare amici dello Spirito Santo non basta però soltanto la preghiera; è importante anche essere sottomessi a Lui, come lo è un soldato nei confronti del comandante. Lo Spirito Santo è il nostro comandante, non è solo il nostro amico, e Lui è un padrone esigente. Questo mi fece comprendere alcuni mesi fa, quando gli ho chiesto di diventare suo amico – tante volte, in vent’anni di cammino gliel’ho chiesto, ma allora era venuto il momento per me di essere rinnovato nello spirito – e allora ho sentito una voce chiara dentro di me: “Però Io sono un padrone esigente, ti farò vedere quanto è impegnativa l’amicizia con me”.

Però è anche vero che è un padrone pieno di amore, di misericordia, di dolcezza, di tenerezza. Se noi lo amiamo, Lui condurrà tutta la nostra vita così come ha guidato gli Apostoli, ai quali indicava dove andare o non andare, che cosa fare o che cosa non fare. Egli ci guiderà a fare la sua volontà, che noi capiremo, perché sarà testimoniata direttamente alla nostra coscienza e alla nostra anima. Nella misura in cui noi ci sottometteremo allo Spirito Santo, Lui ci condurrà progressivamente in un cammino di purificazione, di conversione, di morte e di vita: morte all’uomo vecchio perché si edifichi l’uomo nuovo! E l’uomo nuovo è Gesù, Lui è il nuovo Adamo e l’opera dello Spirito è proprio quella di convincerci del nostro peccato e di farci diventare sempre di più Gesù.

E quando lo Spirito Santo ci convincerà dei nostri peccati, noi non ci scoraggeremo, dicendo che è impossibile seguire i comandi di Dio, perché sappiamo di non essere soli in questa lotta: Lui sarà il nostro aiuto, Lui che è fedele, prezioso e potente e desidera rimanere sempre con noi, se noi lo amiamo e non lo contristiamo. Stiamo attenti a non rendere triste lo Spirito; il peccato più grande che noi possiamo fare contro di Lui è proprio quello di affliggerlo, come avviene quando non confidiamo in Lui e preferiamo ascoltare la voce del nostro egoismo piuttosto che la sua.

Allora succede che tutta la nostra vita spirituale si affievolisce e che i carismi perdono di forza. Magari il Signore non ce li toglie, perché la Scrittura dice che i doni di Dio sono senza pentimento; però la potenza del Donatore si può ritirare. Noi invece vogliamo essere ripieni di Spirito Santo e ci sono alcuni “segni” che ci aiutano a capire se lo siamo realmente.

– Il diverso modo di parlare. Una persona ripiena di Spirito Santo non può più parlare in modo offensivo, non giudica, non critica, non maledice; dalla sua bocca escono solo benedizioni e una lode continua al Signore e nei suoi discorsi non pone più se stesso al centro, ma mette il Signore.

– Il cambiamento del cuore.  Una vita ripiena di Spirito Santo ci porta ad avere un cuore nuovo, in cui non c’è più posto per l’amarezza, per l’invidia, per la gelosia, per il rancore, per l’odio; un cuore veramente libero, distaccato da tutto, dalle ricchezze di vario genere, disponibile solo per Dio, pronto a mettere in pratica la sua legge. Noi sappiamo che il comando di Dio che racchiude tutta la legge è l’amore, dunque lo Spirito Santo vuole farci crescere nell’amore, mettendo nei nostri cuori sentimenti nuovi di bontà,  di umiltà, di mitezza, di perdono, di dolcezza… Un cuore così rinnovato saprà veramente amare Dio e i fratelli.

– La preghiera di ringraziamento.  La nostra vita non può fare altro che ringraziare il Signore per ogni cosa, per ciò che è buono e per quello che è meno buono; qualunque cosa succeda nella nostra vita diremo sempre: grazie, Signore, grazie! Del resto lo Spirito Santo è Colui che ci vuole guidare e ci guida alla preghiera, perché noi non sappiamo come pregare e Lui intercede per noi con gemiti ineffabili e prega sempre secondo le intenzioni di Dio. Lo Spirito Santo ci vuole trasformare per renderci adoratori in spirito e verità, allora sì che Dio potrà essere lodato non per quello che ha fatto o per quello che farà, ma per quello che è per se stesso; insomma saremo felici che Dio sia Dio e diremo di Lui ogni bene. Lo benediremo continuamente.

Cari fratelli, noi dobbiamo diventare una lode vivente e una benedizione verso il Signore, e lo Spirito Santo ci aiuterà a trasformare in rendimento di grazia ogni esperienza della nostra vita e ci farà dire con le parole del Salmista: “Benedite, opere tutte del Signore, il Signore!”. In altre parole lo Spirito Santo ci donerà la grazia e la forza di vivere tutte le vicende della terra guardando alle cose di lassù, alle cose del cielo, annunciando a tutti che Dio è buono, è misericordioso, è grande, è potente, è vittorioso. Questo essere lode vivente ci fa anche camminare verso la vera vita, quella che ci attende nei cieli.

– Il gaudio spirituale. Una vita ripiena di Spirito Santo ci deve mettere nel cuore la gioia che non nasce dalle soddisfazioni terrene, ma dalle intuizioni profonde della fede e anticipa le condizioni di eternità, ci rende contenti dei doni di Dio e ci fa guardare alla vita come a un’esperienza di comunione, come a una ricerca di santità che cresce di giorno in giorno fino alla pienezza. Lo Spirito Santo dice dentro di noi: “Siate felici, siate felici sempre, perché appartenete al Signore”. Questo frutto dello Spirito, questo gaudio spirituale, è una medicina contro le seduzioni del mondo e della vita. L’amore di Dio, la conoscenza di Dio, il servizio per Dio, l’appartenere a Lui sono le ragioni vere e profonde per cui noi siamo lieti. Se il gaudio spirituale caratterizza tutta la nostra vita, rende sereno e pacifico il nostro volto e ci rende capaci di donare pace e gioia, dovunque e sempre. Dobbiamo essere sempre lieti, cari fratelli; il cristianesimo non è la religione dei tristi, delle persone senza speranza, non è la filosofia delle malinconie, è gaudio, è gioia piena, è felicità, perché il suo concludersi non è qui in questo mondo, ma nella gloria del cielo.

– Essere servi del Dio vivente.  Questo segno del nostro essere ripieni di Spirito Santo ci spinge a lasciare in mano a Lui le redini della nostra vita, perché Lui la usi quando vuole, come vuole. Prima di fare qualsiasi servizio a Dio e ai fratelli, noi dovremmo elevare una preghiera proprio allo Spirito Santo e dirgli: “Spirito del Dio vivente, oggi io desidero vivere per Gesù: ti offro la mia mente, la mia intelligenza, la mia volontà, le mie orecchie, i miei occhi, la mia bocca, la mia vita. Usami per la gloria di Dio”. Se facciamo questa preghiera con fede, allora lo Spirito Santo ci donerà la sua unzione e ci userà in un modo incredibile, potente, con una forza inaudita per estendere il Regno di Dio e annunciare a tutti la salvezza. Infatti la sua volontà è che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità.

Per questo il Padre ha mandato Gesù, e lo ha unto di Spirito Santo, per compiere questa missione; e per questo Gesù, ritornando al Padre, ha mandato lo Spirito Santo sugli Apostoli, sui discepoli, sulla Chiesa, su ognuno di noi, per continuare la sua opera di salvezza. Gesù stesso ha detto: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli estremi confini della terra”.

 

Agire insieme con lo Spirito Santo

 

Quegli uomini timidi e paurosi diventano fortissimi: ricevono la forza per una predicazione profetica, parole che trafiggono i cuori, la potenza per compiere opere grandiose e meravigliose. Come ha potuto quel piccolo gruppo di uomini, poveri, ignoranti, compiere un’opera così grandiosa come quella di diffondere il Cristianesimo in tutto il mondo? C’è una sola risposta: insieme a loro agiva lo Spirito Santo. Quegli uomini erano pienamente convinti che lo Spirito fecondava il loro lavoro e muoveva anche i cuori di coloro che ascoltavano.

Se noi vogliamo analizzare la differenza che c’è tra loro e noi, dobbiamo constatare che non sempre noi lavoriamo con questo convincimento. Sì, ci prepariamo, studiamo, facciamo strategie e piani che sembrano anche validi, ma poi i risultati sono spesso scarsi e dubbiosi e la causa della sterilità del nostro apostolato consiste nel fatto che noi abbiamo posto più fiducia nelle nostre capacità e nelle nostre forze che non nell’opera dello Spirito Santo. Dobbiamo ammettere che spesso noi non abbiamo dato allo Spirito Santo il posto e l’importanza che gli spettano, e allora il Signore permette che  siamo confusi e che sperimentiamo i nostri fallimenti, in modo che un giorno ci arrenderemo all’opera dello Spirito Santo. Egli sta alla radice di ogni evangelizzazione che si compie nella storia; senza di Lui, dice la Scrittura, noi non possiamo dire neanche: “Gesù è il Signore!”.

Ora noi sappiamo che è Gesù che salva, però Egli ha lasciato alla Chiesa la sua opera di salvezza e la continua attraverso ognuno di noi: Lui ci manda a portare il messaggio di salvezza, la buona notizia e ad andare a tutto l’uomo per liberarlo e per guarirlo da ogni male, come ha fatto Gesù. Questi due aspetti vanno insieme, non sono separati, mentre molti cristiani si fermano al primo aspetto dell’evangelizzazione, all’annuncio della parola di salvezza e non vanno a tutto l’uomo per liberarlo e per guarirlo. Quando Gesù ha mandato i suoi in missione ha detto loro: “Annunziate che il Regno di Dio è vicino, guarite i malati, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, scacciate i demoni”. Gesù ha detto queste cose congiuntamente e oggi Egli ci manda ad annunciare il Vangelo in questo modo, annunciando la buona notizia, a guarire gli ammalati e a risuscitare i morti.

Ora io non so se Gesù ci farà risuscitare i morti fisicamente (ma, se abbiamo fede, forse anche quello, come è avvenuto agli Apostoli), però risuscitare in un senso spirituale sicuramente sì. Del resto, quando noi annunciamo il Vangelo, non avviene forse che le persone che lo accolgono vengano strappate da molte situazioni di morte spirituale? Non è forse vero che noi le strappiamo dal potere di Satana per farle entrare al servizio di Dio? Ecco allora che siamo mandati davvero a risuscitare i morti! E non è forse vero che, quando il Signore si serve di noi come strumenti, succede che  diventiamo “servi della resurrezione”, perché mandati a convertire la morte in vita?

Ecco che cosa significa diventare “amici dello Spirito Santo”: avere una vita cristiana veramente felice, potente e vittoriosa. Se tu desideri davvero l’unzione dello Spirito, è tempo che cominci a chiedergliela, che lo invochi con grande fiducia, aspettando che Lui si manifesti. La crescita nello Spirito Santo inizierà nel momento in cui capirai che Lui è veramente Dio; ma anche questo è ancora l’inizio di un rapporto che dovrà crescere fino alla pienezza, fino alla visione beata di Dio, così come l’ebbe S.Stefano che, ripieno di Spirito, alzò lo sguardo e vide i cieli aperti e Gesù seduto alla destra del Padre.

A questo punto, cari fratelli, non ci resta che guardare più lontano, a quella che sarà la conclusione della missione dello Spirito Santo a nostro riguardo; missione che si concluderà col nostro ritorno a “casa”: lo Spirito Santo ci sta preparando ad andare in cielo. So che queste parole possono spaventare qualcuno, ma se incutono paura significa che la nostra vita non è ancora ripiena di Spirito Santo, perché l’Apostolo Giovanni dice: “Se l’amore di Dio è perfetto in noi, caccia la paura” e l’amore di Dio è lo Spirito Santo, quindi se noi abbiamo ancora paura, vuol dire che non siamo ripieni di Spirito Santo.

Anche se il nostro camminare giorno per giorno può apparirci come un avanzare verso un declino senza ritorno, in realtà lo Spirito Santo fa maturare e incamminare la nostra vita verso la gloria. Non dobbiamo mai mettere in dubbio la nostra casa che è lassù, non dobbiamo dubitare della vita eterna; quando Gesù verrà, ci prenderà per portarci a casa, perché siamo sua proprietà, perché portiamo il suo sigillo di appartenenza: lo Spirito Santo che è la nostra garanzia della vita eterna. Ed è proprio in virtù di questo sigillo che noi possiamo dire in faccia al diavolo: tu non mi puoi fare niente perché io appartengo al Signore e io ti caccio nel nome di Gesù.

Il Padre ci rassicura che lo Spirito Santo è il deposito della nostra eredità, è la garanzia che dà a noi, suoi figli, per assicurarci che le nostre attese non saranno deluse e anche se noi dovremo ancora passare attraverso la morte fisica, noi, tutto sommato, non morremo più. Infatti la Scrittura ci dice: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo spirito che abita in voi”. Gesù è il primogenito a cui faranno seguito tutti gli altri e ciò che è accaduto a Lui, accadrà a ognuno di noi e l’ultimo atto dell’opera dello Spirito Santo in noi sarà proprio questa resurrezione e glorificazione del corpo. In quel momento sì, cari fratelli e sorelle, che potremo gridare a Colui che ha il potere della morte, cioè a Satana: “O morte, dov’è la tua vittoria? La morte è distrutta, la vittoria è completa. Dov’è la tua forza che uccide? Ma siano rese grazie a Dio che ci libera per mezzo di Cristo Gesù!”.

Tutto il creato, tutta la storia, tutti i credenti, attendono di poter lanciare questo grido di vittoria, anche noi attendiamo questo momento. Tutti quelli che appartengono al Signore aspettano questa piena manifestazione dello Spirito che rivela la nostra identità di figli, perché abbiamo ricevuto anche noi le primizie dello Spirito e ora gemiamo in attesa di questa piena liberazione, di questa adozione. E lo Spirito sollecita a camminare verso Gesù  il mondo, la storia e la Chiesa, perché solo in Gesù il mondo e la storia degli uomini trovano il senso pieno e la Chiesa la sua perfezione. L’invocazione che riassume tutta l’opera e l’attività della missione dello Spirito Santo è questa: “Vieni,  Signore Gesù!”. La voce dello Spirito grida in tutta la Chiesa l’avvento del Signore: “Vieni, Signore Gesù!”. Lo Spirito e la Chiesa animata da Lui attende e invoca lo Sposo: “Vieni, Signore Gesù!”. E sarà sempre lo Sposo a preparare questa Sposa, perché sia totalmente degna di Lui, ma è allo Sposo e a Gesù che aspetta l’ultima parola e la Sposa, insieme allo Spirito, può ricevere questa ultima parola di Gesù che consuma ogni suo desiderio: “Sì, vengo presto, sì, sto per venire!”. Amen e Amen!

 di Paolo Serafini.

Tratto dall’insegnamento del Convegno Internazionale del 1997

Share This