Ora ho 19 anni, ma in Comunità ci sono entrata la prima volta all’età di dodici, per curiosità, per bisogno e anche perché la frequentava mia madre.

Nella mia famiglia ci sono stati e ci sono molti problemi, tra i quali la mancanza di comunicazione: io e mia sorella maggiore non ci siamo parlate per mesi e mia madre è in lite con mia sorella sposata, che non vuole più vedere e della quale maledice il giorno della nascita…

Mi domando: come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto?

Mio padre l’ho visto poco perché, avendo avuto problemi con la legge, è stato in carcere per molto tempo. Lo potevo vedere solo un giorno a settimana per un paio d’ore… un tempo davvero minimo… Questa, associata ad altre situazioni, è stata la causa della mia depressione e dell’anoressia: non volevo più comunicare, né mangiare, né alzarmi dal letto… e peggioravo di giorno in giorno.

Andai anche da uno psichiatra, ma stetti meglio solo quando mia madre decise di portarmi da un altro dottore: il Signore Gesù.

Entrata in Comunità iniziai a conoscerlo e a conoscere i fratelli, che mi accolsero tanto da farmi sentire “a casa” e, con il passare del tempo, ritrovai l’amore, soprattutto per me stessa. Frequentai per circa tre anni, dopo di che conobbi un ragazzo e mi allontanai dalla preghiera.

Dopo un breve periodo di fidanzamento rimasi incinta e questa cosa segnò la mia vita con una ferita terribile perché, sebbene fossimo minorenni, troppo piccoli per una responsabilità così grande, io non volevo abortire. Nonostante lui mi spingesse a “liberarmi” di questo “problema”, vedevo il mio corpo cambiare giorno dopo giorno e sentivo che l’istinto materno e il desiderio di tenere il bambino crescevano sempre di più.

Ma, dopo undici settimane di gravidanza abortii, sola, senza nessuno, in una clinica privata. Per un attimo provai il desiderio di chiamare mia madre e chiederle aiuto, ma non lo feci, perché le avrei dato una delusione immensa.

Mentre mi facevano l’anestesia guardavo il piccolo sul monitor e speravo in cuor mio di non svegliarmi più; invece mi risvegliai, con gli occhi pieni di lacrime.

Non riuscivo a perdonarmi, anche se mi ero confessata, e non riuscivo a dimenticare.

Poi a ottobre ho partecipato al Corso dei Giovani e attraverso la preghiera sono riuscita a sentire di nuovo l’amore del Signore, che mi guariva e mi riconciliava a Lui e ai fratelli. Così, da questa esperienza, ho desiderato di riconciliarmi anche con la mia famiglia e subito ho telefonato a casa e ho riparlato finalmente con mia sorella.

Grazie, Gesù. So che hai agito e continuerai ad agire non solo in me, ma in tutta la mia famiglia.

Testimonianza firmata

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