Quante volte ho “dovuto” scrivere, quasi per fermare lo straordinario scenario che i miei occhi vedevano in Comunità: visioni di occhi umani, visioni di occhi spirituali; visione dell’anima. Estasiata, meravigliata, come un animale liberato dalla catena, come un uccello a cui aprono la gabbia, finalmente libera di contemplare l’universo spirituale che Dio mi stava donando.

Come un pellegrino in cammino vuole fermare tutto il bello del paesaggio che incontra e l’imprime dentro di sé, per poterlo descrivere ad altri, così anch’io sento di raccontare tutta la bellezza di ogni “luogo santo”, perché ogni volta che mi accosto a pregare in Comunità “i miei piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”. La città santa, eterna, libera è qui, davanti a me, e i miei occhi non riescono a contenere la bellezza e la grandezza di questa visione celeste; allora diviene necessario prendere le mani di chi ho accanto, per poter guardare questo cielo con gli occhi di tutti e poterne scoprire tutta la preziosità.

La preghiera, la fede, la stessa povertà dei fratelli fa sì che la porta della Gerusalemme celeste sia aperta davanti a me: quel castello interiore trasparente, quella dimora in cui il cuore batte “in spirito e verità” è qui. È più che naturale alzare le mani, danzare, piangere, tremare, gioire, “cadere” alla sua presenza viva.

Come poterne descrivere tutto lo splendore se non con diaspri, smeraldi e pietre preziose. Non bastano gli occhi di una Comunità intera per poter contemplare le ampiezze, le altezze e le lunghezze della casa di Dio. È qui che Dio vero dà Dio vero, la Luce dà la Luce alla vita di ogni uomo: per opera dello Spirito Santo, Gesù si incarna nei cuori semplici, come quello di Maria, e si fa uomo. Uomo in questi uomini, qui presenti: non è più solo davanti a noi, in mezzo a noi, ma è in noi. Finalmente possiamo abbracciarlo, piangere e gioire sul suo petto: Gesù, dov’eri? Quanto ti ho cercato! e possiamo riposare e ristorarci, finalmente giunti alla casa del Padre.

La “Porta”, il passaggio è aperto, perché “Gesù sia tutto in tutti”.

Non possiamo più negare ciò che i nostri occhi vedono, ciò che le nostre mani toccano; il Vangelo diventa vita del nostro vivere. La Parola si fa carne e ancora una volta viene ad abitare in mezzo a noi: il presente entra nell’eterno.

La presenza di Dio impregna l’aria di Spirito Santo e ci fa giungere alla fonte della vita. E allora io bevo; e respiro più profondamente che posso, per fare “il pieno” di quella santità che è in ogni luogo dove la Comunità Gesù Risorto prega. Amo questa Comunità, questa casa; non è idolatria, è che qui ho incontrato lo Sposo. È che tutti noi abbiamo bisogno di una dimora dove vivere questo amore e quale luogo è più adatto di una Comunità d’amore?

O casa luminosa e bella! “Ho amato il tuo splendore, soggiorno della gloria del mio Signore, tuo artefice, tuo possessore”. “Tenda a te ogni sospiro di questo mio peregrinare sulla terra. A Colui che ti ha costruita io chiedo che possieda me pure in te, perché anch’io sono stato fatto da Lui”.

Grazie, Comunità Gesù Risorto! Sei una palestra meravigliosa per allenare il cuore. Grazie per l’ansia gioiosa che ci hai messo addosso di annunciare il Vangelo al mondo intero e per la forza che ci doni di gridare a ogni creatura: Per amore della casa del Signore, sia pace e gioia a te!.

Mariella Pellicanò – Parr. “S. Maria del Carmine” – Monopoli

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