Il Signore continua a benedirci, donando il Sacramento del Matrimonio a molte coppie che prima convivevano oppure erano sposate solo civilmente.
POSSIAMO ATTINGERE ALLA GRAZIA DELLA CHIESA
Il 4 marzo 2000, nella meravigliosa chiesa della “S.S. Annunziata” a Roma, Giulio e Marina si sono uniti in matrimonio! Questo annunzio, già per sé bellissimo, “nasconde” meraviglie di conversione.
Io Marina e Giulio conviviamo da sette anni e mezzo. Sono stata lontana da Dio e dalla Chiesa per lunghissimi anni. Poi per fortuna la grazia di conversione che Dio concede a molti, ha toccato il mio cuore, facendomi riavvicinare a Lui tramite la preghiera spontanea e la meditazione. Ma sentivo la necessità, senza esserne veramente consapevole, di tutte quelle grazie che passano tramite la Chiesa , in particolare la comunione tra i fratelli e i sacramenti.
Quattro anni fa chiesi a Giulio di sposarmi in Chiesa, ma ottenni da lui solo il consenso per un matrimonio legale, che effettuammo; così decisi di tornare da sola a far parte di questa grandiosa famiglia. Avevo però bisogno di qualcuno o qualcosa che sapesse cambiare radicalmente la mia vita; nella mia condizione di tenebra, di durezza di cuore, di isolamento, diciamo pure di morte, avevo bisogno di un “braccio forte” che mi tirasse fuori dal baratro.
Per rendere lo stato d’animo in cui mi trovavo voglio usare le parole del Salmo 43,3-4: Manda la tua luce e la tua verità: esse mi guidino, mi conducano sul tuo monte santo e alle tue dimore, affinché possa apprestarmi all’altare di Dio, al Dio della mia gioiosa esultanza, e possa lodare sulla cetra te, o Dio, mio Dio. Con questa invocazione nel cuore, non per caso, trovai questo “braccio forte” nella Comunità Gesù Risorto.
Durante questi tre anni e mezzo ho percorso un meraviglioso cammino di conversione spirituale sorretta, guidata, illuminata da Gesù nel suo Corpo Mistico, costituito da tutti i fratelli in Cristo, in particolare quelli della Comunità. Logica conseguenza di questa conversione sono stati grandi cambiamenti nella mia vita. A un certo punto ho sentito che, per “apprestarmi all’altare di Dio” degnamente, era per me necessario sposarmi sacramentalmente, anche se avevo già ricevuto il permesso di partecipare all’Eucarestia, ma il mio ardente desiderio di questo sacramento non era condiviso da Giulio. Allora ho chiesto a Dio, che tutto concede quando si ripone in Lui ogni speranza, di toccare il suo cuore affinché acconsentisse e, con l’aiuto di preghiera di tutta la Comunità, anche questo miracolo è avvenuto! Giulio, che inizialmente ha concesso il suo sì solo per far contenta me, ha partecipato sereno e contento a questo evento e si è anche emozionato!
Sono certa, Signore, che hai toccato il suo cuore e che lo stai chiamando a una vera conversione, come da tempo ti chiedo nelle mie preghiere. Fa’ che egli possa sentire presto il tuo amore, quell’Amore per cui i tuoi discepoli ti hanno detto sì e, senza guardarsi indietro, hanno abbandonato ogni occupazione che ti aveva preceduto e ti hanno seguito.
Amen. Lode e gloria a Te in eterno!
Marina – Parr. “S.Silvia” – Roma
LE NOSTRE NOZZE ERANO PROGETTO DI DIO
Avevo 17 anni quando conobbi colui che, in breve tempo, sarebbe diventato mio marito. Il suo lavoro ci consentiva di vivere dignitosamente e noi ci sentivamo fortunati e felici; dopo pochi mesi dal matrimonio ero anche in attesa di un bambino e così la nostra gioia era completa.
All’improvviso però una tragedia infranse ogni mio sogno: mio marito, a soli ventisette anni, perse la vita in un incidente sul lavoro e io rimasi sola, in attesa di quel figlio da entrambi così desiderato. Il dolore fu indicibile; pensavo a mio figlio che non avrebbe mai conosciuto suo padre e alle difficoltà che avrei dovuto affrontare e come se non bastasse, persi la fede, poiché non riuscivo a comprendere come Dio avesse potuto permettere ciò che mi era accaduto; fino a che arrivai a ribellarmi a Lui e ad accusarlo di avermi tolto mio marito per sostituirlo con quel figlio, pure tanto amato!
Seguirono anni di angoscia e solo con il tempo ripresi fiducia in me stessa e ricominciai a lavorare. Conobbi anche un uomo, che dimostrò amore non solo per me ma anche per mio figlio e decidemmo di comune accordo di convivere, perché per me il matrimonio, essendo lontana dal Signore, era diventato di cattivo auspicio. La mia unione con quest’uomo, durata vent’anni e allietata dalla nascita di due figli, ha conosciuto momenti felici e momenti di profonda depressione; unica costante, in quest’arco di tempo, fu la mia lontananza dal Signore. Ma Dio (che, nonostante noi, continua ad amarci) aveva per me altri progetti.
Un giorno una mia parente mi invitò a partecipare a una preghiera della Comunità “Gesù Risorto” e in quell’occasione feci una profonda esperienza dell’amore di Gesù: la mia vita cominciò a cambiare. Decisi di partecipare al Convegno nazionale e lì accadde qualcosa di straordinario: Gesù mi si rivelò in tutta la sua grandezza, lo Spirito Santo si manifestò in me con tale potenza che sentii il mio corpo pervaso da un forte calore, mentre dalle mie labbra nasceva spontaneo un canto di lode e di ringraziamento al mio Signore. Da quel momento la mia vita ha davvero subito una rivoluzione. Tornata a casa ho annunciato a tutti il suo amore e ho testimoniato di come Lui compia ancora prodigi e miracoli, avendomi guarita dalla tristezza che attanagliava il mio cuore.
Durante l’incontro diocesano tenutosi a Taranto, nel corso della preghiera, lo implorai di toccare anche il cuore di mio marito e dei miei figli e contemporaneamente gli chiesi che cosa potessi fare per renderlo felice. Fu proprio allora che alcuni fratelli, imponendomi le mani, mi dissero che il Signore desiderava da me il sacramento del matrimonio.
Da quel momento sentii la necessità di sposarmi in chiesa e per far sì che questo mio progetto si potesse realizzare, decisi di invitare alla preghiera il padre dei miei figli, nella speranza che anche in lui il Signore suscitasse lo stesso desiderio. Il miracolo non tardò ad arrivare: infatti, dopo poco tempo anche lui manifestò la medesima intenzione e dopo alcuni mesi di intense preghiere e di trepidante attesa, abbiamo celebrato in nostro matrimonio. Finalmente, dopo vent’anni di convivenza, il progetto di Dio su me si è realizzato. Il Signore mi ha ricolmato di gioia, come fa con tutti coloro che lo invocano con fede.
Anna – Parr. “S. Rita” – Taranto
UN MATRIMONIO FALLITO E RISUSCITATO
MARCELLA
Solo un anno fa ero una donna distrutta, depressa, che voleva farla finita con la vita: il mio matrimonio era fallito (dopo 30 anni!) e mio marito se ne era andato.
Ricordo la prima notte che sono rimasta sola in casa, i pianti, la disperazione; ricordo anche che, per stordirmi, presi a lavorare tantissimo, tanto da crollare poi per la stanchezza, fino a che il medico mi ordinò il riposo totale, con flebo e medicine varie.
Un giorno, non so come avvenne, mi ritrovai per terra, in un angolo della mia casa, che piangevo e pregavo. Improvvisamente provai una grande pace e, senza sapere che cosa mi stesse succedendo, presi a comportarmi con gli altri, con mia figlia, con una calma e una dolcezza che non mi appartenevano più da tempo. Fu in quei giorni che pensai anche a Giovanna, un’amica che avevo perso di vista da tanto tempo. Stranamente, quando ci incontrammo, lei non mi consolò, ma mi invitò semplicemente in Comunità, insieme a mio marito.
Su quest’ultimo punto non ero affatto d’accordo. Comunque andai e, di lì a poco, Gesù mi trasportò al Convegno, dove rimasi sconvolta: tanta gente così non l’avevo mai vista, ragazzi e ragazze, genitori, tutti erano felici, cantavano e ballavano, era tutta una festa, una lode al Signore! Mi resi conto, con emozione, di quanto Gesù mi amava, ma non sapevo ancora quanto lo amavo io.
Continuavo a pregare per il mio matrimonio e Bruno, dopo essere venuto in Comunità qualche volta, accolto da tutti con grande affetto, a settembre rientrò in casa. Giovanna, che è responsabile della mia Comunità, lo invitò anche a frequentare il seminario (di nuovo io non ero d’accordo) e, per ragioni di orario, lo indirizzò presso un’altra parrocchia, dove però vennero a sapere che noi due eravamo sposati solo civilmente e ci dissero che, in queste condizioni, non avremmo potuto ricevere l’effusione. Non avevamo mai considerato la gravità della cosa, per cui cominciammo tutta una corsa per ottenere i vari permessi e, dopo 2 settimane, ci sposammo in chiesa, circondati da figli, nipoti e fratelli della Comunità.
Il Signore era in mezzo a noi; sentivamo la sua pace e la sua gioia nei nostri cuori. Quanto tempo era passato, quanto lavoro, per farci capire e per farci arrivare a questo grande incontro!
Ma Lui non aveva ancora finito con noi; voleva farci ancora sapere quanto ci ama e così a febbraio abbiamo ricevuto, insieme, l’effusione dello Spirito. Che cosa è cambiato? Prima credevo che tutto dipendesse dal mio impegno, ora so che il lavoro lo fa Gesù! Grazie, Signore; ti amo.
BRUNO
Sono entrato in Comunità in punta di piedi e scettico. La prima volta è stato a dir poco scioccante; ricordo che un responsabile mi chiese se poteva pregare per me e mi sono ritrovato seduto con non so più quante persone vicino, che mi posavano le mani sulla testa e sulle spalle: rimasi paralizzato. Ma poi, durante la settimana, non vedevo l’ora che arrivasse di nuovo il sabato per tornare alla preghiera.
Più passava il tempo e più sentivo il Signore vicino a me. Io non avevo mai pregato; ero cattolico solo perché ero stato battezzato, ma non andavo mai in chiesa né mi accostavo ai sacramenti. Adesso invece, insieme con mia moglie, ci siamo ritrovati al mattino a pregare davanti al Crocifisso, prima di andare al lavoro e a febbraio abbiamo ricevuto l’effusione dello Spirito. Una cosa mi ricordo sopra le altre ed è l’immagine spirituale che ha avuto una sorella che pregava per me: era come se Dio fosse pane e io il burro che si fondeva con Lui! Ti ringrazio, Signore, per avermi dato la gioia di conoscerti.
Parr. “S. M. Ausiliatrice” – Roma