XXVIII CONVEGNO INTERNAZIONALE

COMUNITA’ GESU’ RISORTO

 “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono”

Fiuggi, 1° maggio 2015

Vieni a stare insieme a noi per lodare il suo nome, e troverai la gioia, l’amore, la forza, la fede perché vieni a stare insieme con Gesù. E’ il canto che accoglie tutti all’arrivo in tenda. Un breve saluto ai fratelli di tutte le diocesi e subito acclamiamo al Signore con canti di gioia; subito la preghiera comunitaria ci mette alla presenza del Signore. Alziamo le mani, le battiamo, facciamo festa perché Gesù, ancora una volta, è vivo e vero in mezzo a noi.

Nella fede lo vediamo, lo tocchiamo, lo sentiamo accanto a noi. Vogliamo lodarlo e adorarlo con uno slancio nuovo. Gli chiediamo il dono del canto in lingue. Lasciamo che lo Spirito si esprima liberamente dentro di noi. Apriamo il cuore e le labbra e il resto lo fa il Signore. E lo Spirito ci fa vivere una relazione intima con Dio Padre. Tutti coloro che si riconoscono figli vivono la sua consolazione di Padre. Lasciamo entrare nel nostro cuore la paternità di Dio. Come figli bisognosi ci lasciamo toccare dal suo amore misericordioso. Ci sentiamo figli unici, amati, rigenerati: è la grazia del Padre misericordioso.

Presentiamo a Dio Padre, chiedendo l’intercessione della Vergine Maria, le paure, le sofferenze, le difficoltà della nostra vita. Proviamo, nello spirito, a camminare sulle acque, esercitiamo tutta la fede che abbiamo e riconosciamo che a Dio tutto è possibile. Gli chiediamo di toccarci il cuore e sperimentiamo la sua dolcezza di Padre per tutti i suoi figli. E ci rendiamo disponibili ad essere strumenti del suo amore perché ogni fratello è prezioso e importante per Dio Padre. E mentre “tocchiamo” i fratelli perché sperimentino questo amore, noi per primi ci sentiamo toccati e guariti dal suo amore. Al termine della preghiera ci sentiamo tutti rinnovati, trasformati dalla paternità di Dio e ascoltiamo l’insegnamento di Paolo e Carmen Serafini su “E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono“. 11164552_663188153787970_7436629122457283402_o

“Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”, ci dice Paolo ripetendo le parole dell’evangelista Marco, perché c’è bisogno di missionari coraggiosi. Ce lo chiedono il Papa, i Vescovi perché oggi nel mondo assistiamo a un momento di forte scristianizzazione.

I carismi fondanti della Comunità Gesù Risorto sono la lode e l’evangelizzazione. Siamo tutti chiamati ad annunciare il Vangelo rivestiti di potenza dall’alto. Pregare nel nome di Gesù significa pregare il Padre di agire nel suo nome certi di ottenere. Con la potenza del suo nome diventiamo veicoli di grazia: siamo vasi di creta in cui, però, si manifesta la potenza di Dio. L’intervento di Paolo e Carmen si concentra su alcuni dei segni più importanti con cui Gesù stesso ha manifestato la sua potenza: segno di liberazione, imposizione delle mani, guarigione.

A conclusione dell’intervento chiediamo che si manifestino tutti i segni di potenza. Vengono annunciate tante guarigioni. Lode e gloria al Signore.

Ascoltiamo subito dopo, le testimonianze di alcuni fratelli che hanno vissuto nella loro vita questi segni di potenza attraverso il servizio dei fratelli.

Dopo la pausa del pranzo torniamo ancora a pregare. E tutti sperimentiamo ancora l’amore di Dio, ci arrendiamo al suo amore, un amore che ancora guarisce e libera. E la Parola che viene letta, lo conferma 11129759_663247843782001_6832405300407236296_o

Viva il Signore e benedetta la mia rupe,

sia esaltato il Dio della mia salvezza.

Dio, tu mi accordi la rivincita

e sottometti i popoli al mio giogo,

mi scampi dai nemici furenti,

dei miei avversari mi fai trionfare

e mi liberi dall’uomo violento.

Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli

e canterò inni di gioia al tuo nome.

Egli concede al suo re grandi vittorie,

si mostra fedele al suo consacrato,

a Davide e alla sua discendenza per sempre. (Salmi 17:47-51)

Ascoltiamo ancora alcune testimonianze e partecipiamo quindi alla S. Messa presieduta da S.Em. Card. Philippe BARBARIN Arcivescovo di Lyon (Francia).

Nella sua omelia il Card. Barbarin ci parla della figura di S. Giuseppe e ci augura di diventare tutti noi come S. Giuseppe che è stato scelto da Dio per far crescere Gesù.

Perché il segno più grande di Dio è Gesù. E occorre che ognuno di noi continui ad operare nel nome di Gesù attraverso segni. E’ Gesù che ce lo ha comandato, ha concluso Mons. Barbarin, “Voi farete cose più grandi di me”. Noi ne siamo stupiti, ma se Gesù l’ha detto crediamo che sia verità. E’ Lui che ci invia, ancora oggi, nel mondo per realizzare le sue opere.

Anna Salzano

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