“Se Tu, Gesù, sei con me, chi sarà contro di me?”

Siamo circa 200, riuniti presso l’Istituto “Don Bosco” di Napoli, animati dall’amore per Gesù e dal desiderio di condividere la gioia che portiamo nel cuore; e, già con il primo canto, ci abbandoniamo nell’abbraccio misericordioso di Dio, il quale, attraverso le profezie, ci chiede di lasciarci guarire da ogni male e da ogni tentazione, per poterci riempire del suo amore.

Nel suo insegnamento, Carmen ripercorre il tema del Ritiro attraverso la sua personale esperienza di fede e ci esorta a chiedere sempre aiuto al Signore, a non avere paura di mostrargli le nostre fragilità e di affidargli le nostre paure più grandi; e anche le testimonianze confermano come sia sufficiente un piccolo “sì” per permettere al Signore di agire nelle nostre vite.

Questo affidamento delle nostre paure al Signore avviene poi in modo particolarmente forte durante l’Adorazione Eucaristica, quando le scriviamo su un fogliettino che deponiamo ai suoi piedi, prendendone in cambio un altro con la sua Parola.

La S. Messa è presieduta da don Nicola che, partendo dal Vangelo del giorno, ci fa riflettere come l’“esperienza del deserto” sia un passaggio necessario, nel quale possiamo crescere nella fiducia in Lui.

Mario Desiderio

 

«Mi guardo continuamente intorno, tra i miei coetanei, e mi sento “la diversa” della situazione, quella che va contro corrente. A volte mi sono sentita emarginata solo perché vado a Messa e dico di amare il Signore; ma oggi vi dico che ho fatto della mia “diversità” un punto di forza. Scusate, ma “se Dio Padre da sempre… ci ha predestinato a essere conformi all’immagine del Figlio suo”, allora noi non dobbiamo temere nei momenti difficili che ci possa abbandonare, perché Lui non ha mai abbandonato suo Figlio.

Certo per noi giovani non è facile mantenere viva nel nostro cuore questa fiamma. Sappiamo benissimo che Lui è con noi, lo abbiamo impresso nel cuore; ma la società in cui viviamo ci spinge a credere sempre di più che, per “stare a posto”, non dobbiamo credere in nulla, solo in noi stessi, che dobbiamo essere sempre efficienti, sempre pronti, sempre “positivi”, nel senso di essere sempre prestanti, 24 ore su 24. Molti di noi cadono in questa mentalità.

Dobbiamo ricordarci invece che siamo persone umane, non macchine condannate all’efficienza e alla produttività. Noi siamo uomini, donne, e siamo fragili. Essere Cristiani significa anche accettare di essere fragili e dire: “Signore, io non ce la faccio da sola. Ho bisogno del tuo aiuto. Vieni in mio soccorso. Ho bisogno della tua verità”.

Il Signore cammina con noi. Egli sarà con noi sempre, non ci lascerà e non ci abbandonerà.

Per natura noi essere umani abbiamo una propensione ad avere fiducia nell’altro. C’è chi la esercita subito e chi invece è più diffidente e ha bisogno di più tempo per poter decidere se fidarsi o meno dell’altro. Noi napoletani diremmo: “Per fidarmi agg scanaja prim e poi vrimm…”. Beh, è vero, dobbiamo capire l’altro prima di decidere se fidarci o meno.

Lo stesso accade con il Signore. C’è chi ha bisogno di tempo per aprirgli totalmente il cuore e chi si fida a priori e gli lascia subito spazio d’azione.

Non c’è cosa più bella” che fidarsi di Dio, Egli è la speranza che non delude. Però avere la fede significa anche “lottare con Dio”: se siamo arrabbiati dobbiamo mostrargli la nostra amarezza, senza troppe finzioni, tanto Lui ci conosce e sa se stiamo mentendo. Allora non dobbiamo avere paura di dire: “Mi sono arrabbiato con Dio e gli ho detto questo, questo e questo”, perché Lui è Padre e ci donerà sempre la pace di cui abbiamo bisogno. L’unica cosa che ci chiede è di avere fiducia in Lui».

Carmen Franzese

(Stralcio dall’insegnamento)

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