PREGHIERA DEL 2 GIUGNO 2022, POMERIGGIO

Questo di sicuro è un anno particolare e non tanto perché siamo fuori dalla fase più acuta della pandemia e quindi abbiamo potuto ritornare a riunirci in presenza per il nostro Convegno Internazionale dopo tre anni (cosa che, comunque, è già abbastanza eccezionale di per sé!!), quanto per il fatto che siamo qui per la prima volta a giugno e in estate. Confesso che si tratta di una strana sensazione… l’idea delle vacanze e del Convegno associate… Dai, ragazzi, questa ci mancava e chissà che per il futuro – o direttamente per il prossimo anno – non replicheremo nello stesso periodo.

Le difficoltà per arrivare qui non sono mancate e neppure quelle per collocare tutti i fratelli negli alberghi di Fiuggi, molti dei quali hanno chiuso per la recente crisi economica e quindi ridotto i posti letto disponibili. Ma l’Organizzazione non si è arresa e, con l’aiuto di Dio, ce l’abbiamo fatta. Il Signore vuole questo Convegno e lo vuole con forza. Per questo ci ha inviato un brano profetico da Isaia 60,1-5: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce…

Siamo tutti pronti e carichi, come batterie elettriche, nonostante il caldo. Il Ministero della Musica e del Canto attacca un canto di quelli super, di quelli che non ti fanno stare ferma sulla sedia (infatti tutti ci dondoliamo, battiamo i piedi e le mani, anche qui al banco Web). Ed ora, come inizio della preghiera pomeridiana, ecco il canto di questo Convegno: “Gesù è il Signore! Ogni ginocchio a te si piegherà ed ogni lingua a te canterà!
….Innalza una lode con noi”, esortano dal palco ed è proprio quello che vogliamo fare, perché Tu, o Signore, Tu sei santo, Tu sei forte e per sempre regnerai nel mio cuore e nei cuori di tutti noi, nonostante i problemi, le sofferenze e le malattie che ci opprimono e ci fiaccano, ma non ci sconfiggono. Nel Tuo Nome, Gesù, abbiamo la vittoria su tutto questo, sul nostro passato e sul nostro presente, sulla vita e sulla morte che ci vorrebbe suoi schiavi.

Mari e monti si prostrino a Te, al Tuo Nome, Signore. Canto di gioia per quello che fai,” anzi lo fa il mio cuore mentre scrivo al computer queste righe… Anch’io e mio marito Walter siamo arrivati qui con il nostro personale fardello, ma pure con il desiderio di lodare Dio nella libertà del cuore, nella pace e soprattutto insieme ai fratelli. Quanti di loro sono in cammino da tantissimi anni insieme a noi, ma quanti altri, e numerosi!, il Signore ha chiamato ad unirsi a questa stupenda assemblea d’amore e di gioia. Con tutti loro eleviamo il nostro canto nelle lingue, mentre il Signore ci dice: “Venite a me, figli miei! Facciamo festa insieme!

Gesù non vuole che noi sprechiamo neppure un secondo di Grazia di questi giorni che Egli ha preparato per noi”, grida Gianluca dal palco e subito un altissimo coro di lode si eleva dall’assemblea intera. Santo è il Signore, che sta affermando la Sua Signoria su ciascuno di noi, mentre la lode ci sta immergendo nel cuore amorevole del Padre. E noi ci vogliamo entrare tutti insieme, come Comunità. La tua lode, fratello, sorella, apre il cuore della persona che ti siede accanto e la conduce a Gesù. Perciò eleva la tua voce, senza paura o vergogna. Abbiamo bisogno dello Spirito Consolatore e Lo desideriamo. Vogliamo essere rinnovati dal soffio di Dio, dalla Sua forza d’amore che viene dall’Alto, che crea cose nuove e diffonde la vita. O Spirito, vieni a fasciare le ferite dei cuori, vieni a riscaldare ciò che è gelido e a raddrizzare ciò che è sviato! Solo Tu, o Santo Spirito, puoi farlo. Solo Tu, o Dio Spirito, puoi convertire, correggere, cambiare e soprattutto AMARE come solo Dio sa fare! Santo Spirito, vieni in noi.

A Te vogliamo consegnare le oppressioni, le malattie, la solitudine, le necessità di ciascuno di noi. “Tu che ti sentivi abbandonata ed indegna, questo amore è per te, sorella”, annuncia Gianni dall’animazione. “Fidati di me”, aggiunge Alessio. “È questa una nuova Pentecoste ed il Signore ci sta toccando con potenza. Una potenza che come un fiume si sta riversando su di noi. Il Signore vuole arrivare nel profondo di tutti noi e guarire i cuori affranti, vuole togliere il sentimento d’orfanezza, la solitudine, il dolore”, grida Carmen. E Paolo sente anche che Gesù vuole liberare molti dalla paura della morte.

Vengono annunciate alcune guarigioni, come quelle dalla bulimia e dall’anoressia causate da profonde ferite sull’amore. A un fratello il Signore promette la guarigione dai calcoli che lo fanno soffrire. Ad un altro Gesù chiede: “Deciditi per me. Offrimi la tua debolezza in questo momento”. Abbiamo bisogno di camminare con Te, o Gesù, e di sentirci al sicuro. O Gesù, vieni a toccare la nostra anima, la nostra mente! La pandemia ha condotto con sé uno spirito di morte, che fa sentire tanti dentro una prigione, dentro una grotta buia. Li fa diffidare degli altri e stare in disparte.

Si eleva dal palco una preghiera di liberazione in lingue, la cui traduzione è: “Com’è vero che Io vivo, voi vivrete!!” C’è, infatti, una grande battaglia tra la vita e la morte, ma Gesù combatte per noi e vuole guarire tutti, anche i fratelli ossessionati dal peccato, dal sesso, dall’adulterio. Queste persone devono chiedere la conversione e la guarigione del cuore a Gesù che sta passando in mezzo a noi. Una forza potente esce da Lui. Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi!

Il Ministero Canti accompagna questo momento con il canto “Guariscimi” e le parole del canto sono la preghiera, sono la mano di ognuno di noi che si allunga per toccare il mantello di Gesù. “Il Signore ti guarisce da quegli attacchi di panico, fratello. Guarisci, dunque, nel Nome di Gesù e per il potere delle Sue piaghe!” – è questa la profezia per un fratello dell’assemblea. Non è importante per noi non sapere di chi si tratti. Lo sa il Signore e lo sa questo fratello…

Un altro fratello viene guarito al fegato, un altro ancora alla vista. “O morte, dov’è la tua vittoria?”.. la morte, la morte di ciascuno di noi è ora sconfitta dal potere delle Piaghe e del Sangue di Gesù, sparso per noi, per riscattarci e restituirci la Comunione con Lui e con il Padre, nello Spirito Santo. L’amore di Dio ci avvolge, ci guarisce e si prende cura di noi, affinché non temiamo più, perché il Signore è con noi, perché Egli è un Salvatore potente.
Il nostro cuore è aperto a Lui. “Questo è un momento di Grazia”, dice Carmen dal palco, un momento in cui Gesù ci dona lo Spirito che ci rende Suoi figli adottivi di Dio e ci fa gridare: “Abbà, Padre!” (Rm. 8, 14-17). E non siamo più schiavi, ma figli, figli amati. Non siamo più soli, né vedovi, né abbandonati o dimenticati, ma figli …figli ritrovati, figli consolati, figli abbracciati, desiderati e prescelti da sempre…

Cosa vuoi che Io ti faccia?”, ci domanda ancora il Signore che sta passando in mezzo a noi con la Sua misericordia. Ognuno chieda e creda che Gesù accoglie ogni richiesta fatta con fede, moltiplicando i pochi pani e i pochi pesci della nostra disponibilità…
In realtà Gesù vuole prima di tutto darci la gioia della vita con Lui, l’entusiasmo dinamico della fede dei Risorti, che stanno in piedi davanti al Trono dell’Agnello. “Siamo tutti degni di essere salvati dal Signore, perché è Lui che ci fa degni e ci introduce nella Sua resurrezione. È Lui che ci dona gratuitamente il Suo amore.”, sente Maria dall’animazione.

Così ringraziamo Gesù per il Suo amore meraviglioso e attraverso il canto i fratelli chiedono a Lui un’ulteriore grazia, quella di far rinascere la speranza nei cuori, specialmente nel cuore di chi sente di giacere nella morte interiore o di essere disorientato, di non avere più certezze da tempo, credendo perciò di non potersi risollevare. E invece Tu, o Signore, “mi rialzerai, se non avrò più forze. Mi rialzerai e con te ce la farò. Mi rialzerai e sarai con me nel buio della notte. Mi rialzerai ed in alto volerò!!”. Gesù, davvero sei grande!

Myriam Ramella Cascioli

OMELIA DI MONS. GERVASIO GESTORI, VESCOVO EMERITO DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO

La Santa Messa d’apertura del Convegno è stata celebrata da Mons. Gervasio Gestori, vescovo emerito di San Benedetto del Tronto. Durante l’omelia, Mons. Gestori ci ha detto: “Il tema del nostro Convegno è centrale nel messaggio cristiano. L’affermazione di San Paolo è chiarissima: ‘Se confesserai che Gesù è il Signore e crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo’. Questo è tutto il fondamento della fede cristiana, qui c’è l’ossigeno della nostra vita presente e l’orizzonte della nostra vita futura e della salvezza eterna. Gesù è il Signore!

Perché è tanto importante questa affermazione? La Prima Lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, ce lo fa capire. San Paolo si trova in carcere, perché predica che Gesù è risuscitato dai morti e che dunque esiste la resurrezione. Dal carcere viene portato in giudizio, davanti al Sinedrio, il gran tribunale degli Ebrei. I capi vogliono la sua morte, perché crede che Gesù è risorto. Dovendo difendersi, Paolo, sapendo che i suoi avversari sono divisi tra Sadducei che non credono nella resurrezione, e Farisei, che ci credono, dice: “Io sono Fariseo, figlio di Farisei. Allora perché volete condannarmi, se credo nella resurrezione?”

Questo è il punto centrale della fede cristiana: la resurrezione. Pertanto, Paolo non può tacere. Durante un mio pellegrinaggio in Terra Santa ho chiesto davanti a più di cento sacerdoti: “Qui la tomba è vuota, ma voi credete che Gesù è risorto? Se non ci credete, vana è la vostra fede.” E anche noi saremmo dei miserabili, se non lo credessimo. Ora, qui e adesso, domandiamoci nuovamente se davvero lo crediamo, se crediamo che Gesù è il Signore e che è risorto. Non basta dirlo con la bocca, ma bisogna crederlo con il cuore. E neppure dobbiamo nascondere agli altri che ci crediamo, ma dobbiamo dirlo senza vergogna e vivere con coerenza, offrendo una testimonianza chiara e convincente.

 E questa fede nel Cristo Risorto, chiediti anche tu, cosa ha cambiato nella tua vita? Ha vinto le tue paure? Ti fa essere un testimone fedele? Non sempre è facile convertirsi. Infatti noi siamo tutti attaccati al nostro modo di pensare e di vivere. A volte poi ci sentiamo deboli, incerti e peccatori, ma convertirsi è bello. Convertirsi è anche un dovere dei Cristiani. Convertiti, dunque, e ti sentirai migliore e più contento.

No, non siamo santi, ma siamo tutti chiamati alla santità. Nell’Ultima Cena Gesù ha pregato per ciascuno di noi, perché credessimo e fossimo forti. Ma soprattutto Gesù ha pregato perché fossimo una cosa sola, così come Lui lo è con il Padre. Sta qui il segreto della gioia vera. Questa gioia e questa unità sono il frutto della preghiera di Gesù, che ben sapeva che non siamo eroi, che siamo fragili e spesso egoisti. Per questo Egli ha chiesto per noi lo Spirito Santo, lo Spirito dell’amore e della fraternità.

Che bello celebrare questo convegno durante la Pentecoste. Scenda, dunque, lo Spirito Santo. Attendiamo con il cuore aperto questa nuova effusione di Spirito Santo, per essere sempre uniti nelle nostre famiglie e nelle nostre parrocchie. L’unità, ha spiegato Papa Francesco, non si fa con la colla, ma con la preghiera e con lo Spirito Santo, che la costruisce e la mantiene in vita. L’unità, perciò, è la grazia da implorare a Lui, allo Spirito di Dio, che venga in noi ad accendere il fuoco del Suo amore. Amen, alleluja!

Myriam Ramella Cascioli

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