PREGHIERA DEL 4 GIUGNO 2022, MATTINA

E siamo alla mattina del terzo giorno del nostro Convegno. Cominciamo ad essere fisicamente un po’ stanchi, perché abbiamo vissuto già due giornate molto intense, che non si sono esaurite con lo svolgimento del programma nella tenda, ma sono continuate la sera, anche fino a molto tardi, negli alberghi con momenti di condivisione umana e spirituale dedicati ai fratelli delle nostre comunità. Oggi ripartiamo con questo nuovo momento di preghiera. Chissà quante meraviglie Gesù ha pronte per noi. Manco a farlo apposta, chiedono dal palco: “Chi è che vuole una grazia dal Signore??” La risposta dei presenti è a dir poco entusiastica.

 Perciò iniziamo cantando e ballando “Nella gioia del Signor marciamo...”. Il Signore ha preparato oggi per noi una grande festa e vuole farci scoppiare il cuore proprio di gioia. Le persone si muovono, danzano e si abbracciano, poi lanciano il famoso “grido di giubilo” a Gesù, che è il Signore!! Egli è il Vincitore, il Potente che merita la nostra riconoscenza infinita ed ogni nostra energia, perché ci ha introdotto nella sorte beata dei Santi di Dio, di coloro che per sempre avranno diritto all’incommensurabile felicità del Cielo. E la festa è qui. “Buongiorno, buongiorno a te...”, attacca il Ministero della Musica e del Canto, mentre alcune delle nostre ragazze danzano sul palco, sottolineando il clima gioioso.

Viene poi attivato il collegamento con Nerissa Tamayo, membro del CIS peruviana che, impossibilitata a venire in Italia fisicamente, animerà la preghiera qui in tenda da remoto. “Sono qui  a lodarTi, qui per adorarTi, qui per dirtTi che Tu sei il mio Dio. E solo Tu sei santo, sei meraviglioso,  degno e glorioso sei per me…”, cantiamo tutti insieme, sostenuti da un grandioso accompagnamento musicale, dedicando a Gesù queste parole così semplici, eppure così essenziali e potenti, che ci rimandano all’essenza della nostra fede. Chi in questo momento suona, chi canta, chi danza, chi si muove lo fa con il proprio cuore prima ancora che con il proprio corpo. Il cuore non può pigiare i tasti dell’organo elettrico, né toccare con il plettro le corde della chitarra. Il cuore non può gridare come fa  la nostra voce, ma in realtà è il cuore che sta animando la nostra lode. È il cuore che sta danzando e che sta abbracciando il fratello che ci sta accanto. Questo è il giorno fatto dal Signore e noi vogliamo esultare in esso.

 “Prendiamo forza gli uni dagli altri, esultiamo. Saliamo sul Suo Monte Santo, dove Gesù ha preparato un banchetto, una festa per noi. Per tutti, non solo per alcuni. Soprattutto per chi si sente solo e disorientato… Gesù dice a questo fratello: Benvenuto, finalmente sei arrivato!” Questa è la cifra caratteristica della preghiera di stamani: l’accoglienza di Dio. E Gesù ce lo fa capire attraverso queste parole di Gianni. “Non perdere questa opportunità, fratello, sorella, perché Lui è qui!”, aggiunge Gloria. Il Signore vuole anche rimuovere dal cuore di alcuni i macigni che impediscono di chiedere al Signore ciò che è loro necessario. Vuole che tutti ritrovino la fiducia nel chiedere ogni cosa a Lui.

Tu sei la nostra Roccia, Signore, la nostra Protezione. Noi vogliamo far scorrere ora il Suo amore tra di noi, come una linfa di vita, come un fiume che risana e porta fecondità. Prima che Lo cercassimo per darGli un posto nella nostra esistenza, il Signore è venuto incontro a noi e si è fatto trovare. Oggi vuol fare lo stesso. “E adesso,” ci invita Gloria, “dobbiamo smettere di girare senza meta e lasciarci guardare dal Signore, affinché il Suo sguardo risanatore ci porti pace e gioia, ci colmi e ci sazi”. Dunque, vieni, Spirito Santo, Vieni in me e porta la vita. Facci entrare in questa certezza di Dio. Vieni nel cuore della vita di questi miei fratelli e di queste mie sorelle. Vieni a fare nuove tutte le cose. Visita le nostre menti, cambia i nostri pensieri! Muoviti in me, o Spirito. Prendi la mia mente ed il mio cuore. Riempimi di Te, o Dio Spirito che soffi in mezzo a noi!

 Il Signore ci sta riempendo, ci sta innalzando verso di Lui, ci sta coccolando. Sta compiendo in noi molteplici operazioni di Grazia ineffabile. Intanto stiamo pregando per il fratello o la sorella che ci sono accanto. È sempre Lui che agisce in tutti anche attraverso le mani dei fratelli responsabili che pregano sulle persone. Gesù vive e cammina con noi. E ci dice: “Anche voi appartenete, insieme con gli altri, al popolo ed alla famiglia di Dio… “ (Ef. 8, 18-22).

Gesù vuole guarire tutti i momenti in cui ci siamo sentiti disprezzati, offesi, scartati. Vuole rivestirci della dignità di figli. È un momento santo per noi e sentiamo che, inoltre, si tratta di un momento speciale per i giovani, cui il Signore vuole manifestarsi in modo particolare. A quanti di essi sono qui per la prima volta  Egli dichiara: “Tu mi appartieni!”.

 Lo Spirito Santo viene a risollevarci nella nostra miseria, a convincerci attraverso l’amore. Si eleva un canto in lingue composito, dove ognuno di noi suona la propria bocca, le proprie corde vocali, come uno strumento di carne per il Signore. Intanto Gesù guarisce una persona dalla dipendenza dal gioco ed un uomo da un grave lutto familiare, che gli ha provocato un trauma. Gesù ci sta riconquistando e ci sta portando nel cuore del Padre. Dio sta facendo sperimentare il Suo amore tutto particolare a quanti sono stati abbandonati dai genitori o da uno dei due, descrivendo loro a scena: “…il giorno in cui tuo padre chiuse la porta di casa ed andò via…il giorno in cui tua madre ti disprezzò… il giorno in cui i tuoi si separarono…” Oh, quanto è concreto il Signore! Come sa tutto di noi e come va a toccarci proprio là, al centro di quella ferita che ci fa tanto male!!

 Dio, che è padre e madre, che è tenerezza infinita, vuole avvolgerci nel Suo abbraccio santo. Questo abbraccio dà vita all’anima e luce ai nostri volti, fa nascere il sorriso negli occhi prima che sulla bocca. “Abbà, apri le Tue braccia ed io verrò da Te. …Guariscimi, Abbà! Tendi le Tue braccia e non lasciarmi più! Salvami ed io rinascerò, Abbà!”, intanto cantiamo. E Lui viene davvero ad asciugare le nostre lacrime, a ridarci la nostra bellezza ed a custodirci, come dice il resto di questo canto. Viene a chiamarci figli, figli amati e desiderati che parlano con il Padre, che Lo cercano, Lo trovano e restano abbracciati a Lui per sempre.

 Dedichiamo questo momento anche a quanti non sono ora tra noi o non sono più tra noi…a quelli che avrebbero tanto bisogno di questo abbraccio guaritore, a quelli che sono la nostra spina nel fianco o il coltello infilato in mezzo al nostro cuore…a quelli che non vogliono saperne di Dio perché sono troppo bravi da soli… Gesù raggiungerà anche loro attraverso di noi, non dobbiamo dubitarne. Lo farà – o lo sta già facendo! – perché siamo noi a chiederGlielo. Lo farà per amore nostro, perché ci vuol bene e sa che anche “quelle” persone sono figli che devono ritornare nella Sua stretta paterna.

 È per questo che ora il Signore benedice in particolare i genitori, perché ogni paternità e maternità è benedetta e viene da Dio. Ci sono tra noi genitori e figli che devono chiedersi reciprocamente perdono, per poter guarire il loro rapporto. Adesso c’è una grazia speciale per farlo. Chi la coglierà sarà grato al Signore di aver ritrovato l’unità nella propria famiglia, quando tutto sembrava ormai perduto…”Vedete come ci ha voluto bene Dio Padre? Ci ha chiamato ad essere suoi figli e noi lo siamo davvero” (I Lettera di Giovanni, 3, 1), ci dice infatti Gesù attraverso Clara. Non possiamo che inneggiare a Lui e nuovamente lodarLo e ringraziarLo nel canto…

 …“Meraviglioso sei. Per l’eternità il canto mio sarai. Hai conquistato ogni parte di me. Meraviglioso sei!….Io non desidero che Te!”

OMELIA  DI DON  GIUSEPPE CARMELO

La celebrazione eucaristica del 4 giugno è stata presieduta da Don Giuseppe Carmelo, parroco della parrocchia di Santa Lucia a Mare in Napoli. Don Giuseppe ha tenuto un’omelia piuttosto breve, perché la S. Messa sarà seguita questo pomeriggio dall’adorazione eucaristica. Egli ci ha detto: “Voglio dare un saluto particolare a questa realtà spirituale, Gesù Risorto, che ci permette di aprirci sempre di più ai doni dello Spirito Santo. Voglio anche salutare il CIS di questa Comunità e pregare affinché i suoi membri contribuiscano a renderla più bella e gioiosa ed a diffondere una forte testimonianza delle opere di Dio in mezzo al Suo popolo.

Io so che voi volete bene ai sacerdoti e questo ci fa sentire amati ed appoggiati. Per questo, vi sono grato di avermi invitato qui e perché avete insistito affinché io lasciassi tutte le mie numerose occupazioni e venissi qui. Quello che si riceve dal Signore non si può comprare da nessuna parte.  Dove trovare la pace, dove trovare la serenità e la forza, se non alla Sua presenza? Perciò, grazie! E ora condividiamo insieme qualche briciola della ricchezza spirituale con cui Dio ci sta inondando. La Sua Parola viene a noi oggi dal Vangelo di Giovanni, che ci descrive un momento trascorso con Gesù dopo la Sua resurrezione, dandoci la sua testimonianza diretta.

Anche noi dobbiamo testimoniare quello che il Signore ha fatto nella nostra vita. Tutti siamo chiamati ad annunciare una verità fondamentale: Gesù è il Signore! E l’evangelista Giovanni lo sottolinea, vuole trasmettercelo con la certezza di chi, come lui, ha conosciuto Gesù, vissuto con Lui. La certezza di chi Lo ha ascoltato, Lo ha visto operare miracoli e predicare. L’amore e la tenerezza sperimentati da chi, come Giovanni, ha riposato sul petto di Gesù.

Gesù è la Verità e non un’illusione. Gesù è morto ed è risorto. Questa verità che l’Evangelista vuole farci conoscere è la stessa che dobbiamo annunciare noi oggi. Noi siamo testimoni che Gesù è risorto e della realtà che chi vive veramente in Lui riceve una grazia speciale, quella di trovare sempre la forza per vivere la propria esistenza in pienezza. San Paolo fu portato a Roma come prigioniero e lì predicava Cristo, nonostante fosse agli arresti. Annunciava le meraviglie del Signore, pur vivendo in catene. Anche oggi ci sono molti fratelli nella sua stessa condizione. Pensiamo a quanti ammalati sono costretti a letto o bloccati in casa. Eppure essi testimoniano attraverso la loro condizione, quando la sopportano con la fede in Gesù.

Così noi siamo noi che dobbiamo annunciarLo agli altri, portarLo a chi ha fame e sete di salvezza e di amore, predicando Gesù e non mettendo noi stessi al centro di tutto. Allora sì che questo annuncio avrà la potenza di Cristo e spezzerà le catene del peccato, della solitudine, dell’odio. Quello che conta è una cosa sola e ce la chiede proprio il Signore: stai con me. Annuncia ciò che hai visto e sperimentato. Non deve importarti di cosa fa l’altro o se non fa niente. Tu annuncia, tu testimonia. Tu segui me, prendi la Mia acqua e portala agli altri. Prendi il Mio amore e donalo a chi incontri…

Noi vogliamo oggi rinnovare questa scelta e dire: eccomi, Signore, cammino con Te e voglio essere un testimone del Tuo Vangelo con la mia vita. È questa la prima volta che un convegno della nostra Comunità si tiene durante la Pentecoste. Si tratta di un’occasione imperdibile. La forza che stiamo ricevendo in questi giorni sarà quella necessaria per continuare a dire al mondo che Gesù è risorto. Alleluja!”

Myriam Ramella Cascioli

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