PREGHIERA DEL 5 GIUGNO 2022, MATTINA

E siamo ormai alla mattina dell’ultimo giorno del nostro Convegno, ma certamente non all’ultimo momento! Di sicuro stamani il Signore farà per noi molte altre cose, opererà molti altri prodigi e aprirà a Lui altri cuori, che ancora non sanno che torneranno convertiti. Quante volte lo abbiamo visto personalmente, quante volte abbiamo ascoltato proprio questo tipo di testimonianza!! E poi oggi è Pentecoste. Oggi è la festa dello Spirito. Nerissa Tamayo si collega con noi dal Perù e ci rivolge un breve ma affettuosissimo saluto. Davvero siamo uniti con il mondo intero, anche grazie alla tecnologia.

Inizia il canto del Convegno. Tutti in piedi vogliamo innalzare una lode colossale a Lui, vogliamo gridarlo “..Gesù è il Signore, Gesù è il Signore! Chi è come Te, chi è come Te, maestoso in santità? Gesù è il Signore, Gesù è il Signore! Ogni ginocchio a Te si piegherà ed ogni lingua a Te canterà…”.

Siamo figli della Pentecoste e stamattina ci sarà un trionfo dei carismi, un tripudio di esultanza interiore ed esteriore, un’ondata di ebbrezza spirituale che ci avvolgerà, ci travolgerà, ci rivoluzionerà con la continua novità dello Spirito. Siamo qui per questo e per niente meno di questo. Se potessimo, ci metteremmo a saltare sul pavimento come fanno i bambini quando sono estremamente contenti. Alleluja, eccoci, Signore! 

Al Padre cantiamo la nostra riconoscenza con il canto “Abele”. …”Prendi tutto di me, se vuoi, il mio corpo, la mia libertà…” Tutto ormai ti appartiene di me, o Padre. Grazie,  perché Tu ci hai dato tutto di Te ed ora noi vogliamo appartenere a Te per sempre. Siamo ripieni della gioia e dell’amore dello Spirito Santo e questa gioia ci fa cantare. È una festa di giubilo e di vittoria. Sono giunte le nozze dell’Agnello. La Sua Sposa è pronta e siamo noi.

“Tu che ieri non hai sentito questa potenza, questa grazia, lasciati immergere in questa lode. In essa portiamo tutte le nostre famiglie e la Chiesa intera”, gridano dall’animazione. Ed ora non c’è bocca che resta chiusa, ogni voce canta a Dio ed è come il rumore di molte acque, come il clangore delle trombe celesti, ma che ora sono fatte della nostra carne. Siamo davanti al Santo dei Santi. Il Signore vuole darci delle manifestazioni mistiche. Vuole farci fare esperienze forti davanti a Lui. Questo fuoco nel petto ci fa lodare e benedire il Signore, mentre ci solleva e ci porta in alto nella profondità del cuore, nell’abisso altissimo dell’Infinità di Dio.

Molti per la prima volta cantano in lingue, mentre il Signore ci dice: “Siate santi, perché Io sono Santo!”. Intanto gli angeli proclamano la Sua santità e noi ci uniamo alla loro adorazione. Gesù ci manda il passo in Mt 5, 14: “Voi siete la luce del mondo. Non si mette una lucerna sotto il moggio, ma in alto, affinché faccia luce a tutta la casa…fate risplendere le vostre opere buone”.  È un mandato che il Signore ci sta dando, per andare in tutto il mondo a portare la Sua parola e ad essere luce tra le genti.

Voi siete il popolo che Io mi sono scelto”, aggiunge Gesù per bocca di Paolo e ci fa capire che ha appena iniziato con noi, con il nostro rinnovamento personale ed il conferimento di questo mandato universale. Invochiamo, dunque, su di noi la potenza del Suo Spirito Santo e cantiamo “Gloria all’Agnel”, esprimendo il giubilo incontenibile che la Sua Presenza ci fa sentire. È un momento di grande grazia, in cui tutto è possibile. Gesù ci invita a domanarGli ora qualunque cosa e ci dona al contempo il Suo Spirito di Santità, affinché anche noi siamo santi come Lui è Santo. “Santo, santo, santo, sei l’Iddio onnipotente… Degno è l’Agnel! Amen.” Siamo uniti alla lode del paradiso. Sono qui con noi i santi giù davanti al Suo Trono e ci sono pure tutti i nostri fratelli già nella Sua luce eterna. Nello spirito li vediamo danzare ed esultare con noi. 

Non avere paura del domani. Io sono con te. Lascia che io stringa la tua mano e ti guidi”, dice ancora Gesù. Ora vuole guarire i nostri malati e liberare quanti sono oppressi da spiriti maligni. Anche Nerissa si collega con noi dal Perù e ci rivolge un breve ma affettuosissimo saluto. Davvero siamo uniti con il mondo intero. L’Agnello è dentro di noi, è in mezzo a noi. Sta riempendo la nostra vita. “L’ho detto, l’ho promesso e lo mantengo. Ecco, Io vengo a fare nuove tutte le cose!”, annuncia Gesù. 

Poi preghiamo tutti gli uni per gli altri. Ci scambiamo l’amore di Dio e Gesù ci tocca attraverso le mani dei fratelli e delle sorelle. L’amore di Dio sta vincendo, sta scendendo nella profondità dei nostri cuori. Sentiamo però di scacciare da questa riunione santa alcuni che praticano la magia e si sono furtivamente mescolati all’assemblea, credendo di poter carpire la Potenza di Dio. Che costoro se ne vadano o si convertano sotto la potente mano di Dio! 

Sale dall’assemblea il brusio delle preghiere in corso sui fratelli. L’assemblea si è divisa in gruppetti. In ognuno di essi, viene ascoltato un cuore bisognoso e sofferente, assetato d’amore e di certezze che solo Dio può dare. Intanto il Ministero della Musica e dei Canti sta intonando “Se conoscessi come ti amo…”, dedicato all’infinito amore di Dio per l’uomo, che ora è all’opera in questa Tenda del Convegno. “…Se conoscessi come ti cerco, ascolteresti la Mia voce nel tuo cuore…ascolteresti soltanto la mia voce…non cercheresti altri amori…”. 

“Io vengo a perdonarTi, a darti una veste nuova. Non mi ricordo più del tuo passato. Prendi la Mia mano. Tu sei prezioso ai miei occhi”, dice Gesù a molti presenti ed il diavolo sta tremando di fronte a questa dichiarazione che Gesù ha pagato col sangue e che per questo è autentica ed irresistibile. È anche un momento forte di riconciliazione tra i fratelli, tra le famiglie, tra i pastorali… l’amore di Dio fluisce tra noi e vince. 

Poi il Signore ci annuncia che questa Tenda si allargherà a dismisura e che tanti verranno a Lui e Lo loderanno nel futuro in questo stesso Convegno. Quindi il Signore ci lascia con questo passo in Mt 17, 27-29: “«Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». 

Siamo dunque un popolo di chiamati, di uomini e donne giustificati dal Suo amore e poi inviati. Uomini e donne che vivono già nella Presenza e nella Provvidenza del Signore su questa Terra e che un giorno si ritroveranno in Lui, nel paradiso, con tutti quelli a cui avranno annunciato il Suo amore. 

OMELIA  DI DON  STEFANO RANFI

La celebrazione eucaristica del 5 giugno è stata  presieduta da Don Stefano Ranfi, parroco della Missione Cattolica di Lingua Italiana nel Canton Lucerna (Svizzera). Don Stefano ci ha detto: “Nel Vangelo di oggi Gesù promette: ‘Il Padre manderà lo Spirito nel Mio Nome.’ Infatti lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Noi siamo una Comunità pneumatica, fondata sullo Spirito Santo. Ma chi è lo Spirito Santo? Noi non Lo vediamo, ma possiamo vedere e sentire i Suoi effetti.

Nell’Antico Testamento Elia chiede al Signore una cosa grandiosa, chiese di poterLo vedere passare. Allora salì sul monte che il Signore gli aveva indicato e Dio fece passare prima un fuoco ardente e poi un vento gagliardo, poi un forte terremoto, ma Egli non era in queste grandiose manifestazioni della natura. Alla fine Elia sentì una brezza leggera e si coprì il volto,  curvandosi fino a terra, perché sapeva che quello era Dio che passava.

Nel Nuovo Testamento ed anche oggi lo Spirito Santo viene con fragore di tuono, con potenza grande, perché deve eliminare tutti gli ostacoli nei nostri cuori, deve buttare all’aria i nostri vani progetti e lavar via tutte le incrostazioni di peccato. E poi si riconosce dai frutti quando Lo riceviamo, quando manifestiamo la Sua pace, la gioia, la creatività feconda…

E noi però dobbiamo prima svuotare i nostri cuori, per farLo entrare, per accogliere Lui, Che è la Parola che salva. Lo Spirito Santo è anche umiltà infinita e profonda. Egli, infatti, non parla di Sé. Parla del Padre ed attualizza la Croce di Cristo, sopra la quale Gesù ha effuso sangue ed acqua, per la nostra salvezza. Tutto questo lo Spirito lo fa senza clamore, nel silenzio e quindi non lo vediamo con gli occhi.

Eppure è lo Spirito Santo che aleggiava sulle acque durante la creazione, è Lui che da sempre fa muovere il cielo e le stelle, che sostiene l’universo. È lo Spirito che ci è stato donato nel Battesimo e che poi ha aperto generosamente il forziere dei Suoi doni e carismi, al momento della nostra Effusione. Perciò noi dobbiamo essere umili e riconoscere davanti a Dio il nostro peccato e la nostra vanagloria,  chiedere perdono e consegnarli allo Spirito Santo. Solo così Egli scenderà su di noi, come entrò in Maria a formare Gesù e come poi risuscitò il corpo morto e gelido di Gesù stesso.

Sulla Terra noi abbiamo un amore umano che è molto bello, ma che è solo un riflesso dell’amore di Dio. E nel mondo si è affacciato Satana, il diavolo venuto a guastare tutto, a rovinare anche questo amore…

Prima della pandemia sono stato a Medjugorje ed alla fine del pellegrinaggio, ho fatto una preghiera carismatica, imponendo le mani su quanti erano lì, insieme a me. Tra questi si è presentata una donna, che aveva trascorso con noi tutti quei giorni, che era salita sul Krizevac, sul Podbrodo, che aveva recitato il rosario e partecipato alla Messa, ma che non faceva mai la comunione. Nel discernimento, ho visto cose atroci che ella aveva subito da bambina e così ho cominciato a farle una preghiera d’amore, chiedendo che lo Spirito Santo venisse a sanare quelle ferite.

Ed è stato allora che si è manifestato violentemente l’Avversario…Ora quella donna da tre anni è affidata alle cure di un esorcista. Dunque, il demonio si è rivelato perché non poteva resistere all’amore d Dio, che invocavo su di lei. Anche noi in tante situazioni di dolore, di problemi e di tristezza dobbiamo invocare l’amore di Dio. L’amore vince Satana e lui non può stare dove questo amore è presente. Poi guariremo e Dio ci aiuterà.

Spero che, tornati a casa, ci metteremo in ginocchio davanti a Gesù e Gli diremo: ‘Io non sono capace di amare, ma vieni Tu ad amare in me!’ Allora saremo uomini e donne di resurrezione, che spargono amore nel mondo, che hanno una gioia vera dinanzi alle difficoltà della vita. Le difficoltà non possono mancare, perché è questo il cammino della santità.  Infatti Dio, per santificarci, ci spoglia. Ci spoglia i tutti i nostri poteri, delle certezze acquisite, della bellezza che possediamo, per poi poterci rivestire del Suo Spirito Santo di santità e di amore. Coraggio e avanti in questo cammino verso di Lui! Amen.”

 

Myriam Ramella Cascioli

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