Preghiera del 24 aprile mattina

Mio Dio, mio dolce Signor, t’invoco con tutto il mio cuor…sono qui per rivelarTi il mio amor. Vieni presto, ho bisogno di Te. Non lasciarmi nell’oscurità…fammi sentire la Tua presenza che fa luce alla mia anima…sciogli le mie catene, Signore….Fammi vedere il Tuo volto, Signore…perchè Tu sei il Signore, l’unico mio re..Apri i mie occhi, Signore, voglio vederti”. Sono queste le parole del canto iniziale e ancora non abbiamo nemmeno iniziato a pregare! Eppure sembra che in questo canto ci sia già tutto ciò che noi vogliamo chiedere a Gesù e tutto ciò di cui abbiamo davvero bisogno: Lui, solo Lui e la Sua presenza d’amore. Lui, la Sua luce nella nostra vita. Lui, la nostra liberazione e guarigione. Lui, l’Amore di Dio fatto Persona…

 Il Signore sta aprendo il Cielo su questa Comunità e sta riversando sull’assemblea una pioggia di grazia e di benedizione. “Vogliamo ringraziarTi, o Dio della vita. – gridano dall’animazione – Tutta la Comunità Gersù Risorto è qui per essere quello strumento di lode che tu hai progettato, Gesù. Tu vuoi compiere miracoli e prodigi anche ora e noi già te ne ringraziamo in anticipo.” Si aprono pian piano le porte del nostro cuore, mentre si eleva potente il canto in lingue. “Grazie, Signore Gesù, perché ci hai fatto fratelli. – aggiunge Nerissa – Grazie perché ci hai reso figli amati e capaci di amare Te e di amarci tra di noi”.

Ci sentiamo trasportati altrove, davanti al trono di Dio. La nostra lode sale a Lui come profumo d’incenso. Il Cielo è aperto su questo tendone e noi siamo al contempo quell’incenso che arriva davanti a Lui. LoSpirito Santo sta bruciando come carbone ardente dentro il nostro cuore. Vogliamo lasciarLo agire, perché compia l’opera di grazia e di misericordia, che Dio ha intrapreso in ognuno di noi. Alcuni per la prima volta stanno balbettando nelle lingue, come bambini piccoli che tentano di parlare. Sentono Gesù come loro non è mai capitato. É tutto nuovo, è un momento di nuova creazione per questi fratelli che stanno sperimentando una sensazione d’apparente incertezza, in cui devono abbandonare le false sicurezze con le quali sono andati avanti fino ad oggi, fidando sulle loro sole forze, per lasciarsi andare nelle braccia di Gesù…

Jeshua, Jeshua…” intona intanto il Servizio Internazionale della Musica e del Canto. Ma questo non è solo un canto, è una richiesta d’aiuto a Gesù che sta passando tra di noi per guarire anime e corpi. É al contempo un potente grido di battaglia che fa fuggire il demonio. Gesù viene a salvarci! Viene ad imprimere su di noi il Sigillo dell’appartenenza a Lui. Anche Maria, Sua Madre, si prende,  cura di noi. Gesù ce L’ha donata e ora è anche Madre nostra. Poi il Signore dice ad un fratello: “Tu che stai vivendo nel tradimento, Io non ti giudico né ti condanno, ma va’, cambia strada e non peccare più. Torna da tua moglie e dalla tua famiglia ed io ti benedirò”. Ad una donna Gesù fa questa promessa: “Quando andrai a casa, potrai prendere quella bottiglia di super alcolici, che tieni ben conservata. Potrai aprirla e gettare nel lavello il suo contenuto, per poi non berne mai più”. Ad una mamma Gesù chiede: “Tornando a casa, vai ad abbracciare tuo figlio. Tu sei delusa per il suo comportamento e l’hai già condannato, ma Io lo amo. Egli, prima di essere tuo figlio, è mio figlio!”

Oh, com’è concreto il Signore! Come conosce nei dettagli la vita di ciascuno di noi! Per questo ci ama così tanto, non a parole, ma a fatti e verità. Egli sta baciando il nostro cuore con il Suo immenso amore…”Se conoscessi come ti amo, saresti più felice...”É questo che vogliamo, Signore. Facci conoscere davvero il Tuo amore, così ci innamoriamo di Te e non ti lasciamo mai più! Tu sei perdutamente innamorato dell’uomo, della sua fragilità e non ti curi dei suoi peccati, quando lo attiri a Te, ma lo purifichi e poi gli ridai la veste bianca e la dignità di figlio….Insegnaci ad amare anche noi così. Insegnaci il perdono che sana le ferite e di cui tutti abbiamo bisogno!

Gesù continua intanto a passare tra di noi, anche attraverso le mani dei responsabili, che pregano sulle persone, compiendo questo gesto d’amore e di misericordia. “Gli portarono molti indemoniati e guarì molti malati” è, infatti, la profezia che il Signore ha appena inviato, traendo questo versetto dal Vangelo di Matteo. A questa si aggiunge un brano da Col. 3, 12-15: “Ora voi siete il popolo di Dio egli vi ha scelto e vi ama. Perciò abbiate sentimenti nuovi di bontà, di dolcezza e di pazienza…Siate pronti a perdonare, come Lui ha perdonato voi … perché è la pace che tiene perfettamente uniti… A questa pace Dio vi ha chiamati tutti insieme”. A questa pace Dio ha chiamato la Comunità Gesù Risorto, una pace che tiene uniti come un solo corpo, in Lui.

É il momento di ringraziare Dio per la Sua Parola e per la Sua azione di grazia in mezzo a noi. “Grande è il Signore in cui abbiamo la vittoria, perché ci salva dal nemico..”, perché ci salva dalla divisione, dalla diffidenza e dall’odio. “ Vogliamo ringraziarTi per i prodigi che Tu hai fatto. Abbiam fiducia solo nel Tuo amor, perché Tu sei l’Iddio immenso in Cielo e sulla Terra. Osanna, osanna, osanna al Re dei Re!”. Poi l’esultanza dell’assemblea prorompe e tutti ci ritroviamo a danzare festosi, con l’allegria che ci viene da dentro e che è Suo dono. Anche Gesù danzava quando stava con i Suoi amici. La danza nei momenti di gioia e di celebrazione era parte del costume popolare dell’epoca, una tradizione antichissima che è ancora profondamente radicata nella cultura ebraica… E noi siamo Suoi amici, amici che vogliono diventarlo sempre di più. Vieni, caro Gesù, vieni a far festa con noi! Vieni e danza anche Tu con noi, Tu che già fai danzare il nostro cuore in questo convegno. Danza con noi, Tu che ci prepari il Cielo e ci prometti eterno gaudio e gioia senza fine alla Tua presenza, tra gli angeli ed i santi!

Preghiera del 24 aprile pomeriggio

Ed eccoci di nuovo in tenda. Il pomeriggio di preghiera sta per iniziare. Mentre tutti si salutano e chiacchierano, dal palco vengono diffusi alcuni annunci. Non si può non notare come ogni cosa che facciamo qui sia tanto diversa da quelle che abitualmente occupano i nostri orari quotidiani a casa e al lavoro. Bella scoperta, penserete… ma pensiamo un momento all’episodio della Trasfigurazione, che leggiamo nel Vangelo: gli Apostoli Giacomo, Pietro e Giovanni erano saliti sul monte Tabor con Gesù, per stare un po’ in disparte con Lui e pregare. Non sapevano ovviamente quello che sarebbe accaduto, ovvero che Gesù si sarebbe trasfigurato, mostrandosi nella Sua apparenza divina, insieme a Mosè ed Elia. Però erano arrivati fino lì con Lui per pregare e dopo è successo quello che il Vangelo racconta.

Questa tenda del convegno è ora il nostro Tabor e noi siamo venuti qui per stare con Gesù e per pregare. E se poi Lui si trasfigurasse davanti ai nostri occhi? O davanti a quelli del nostro cuore? Non sappiamo se ciò accadrà, ma di certo il Signore si farà presente. Ci verrà incontro e noi lo sentiremo. Staremo con Lui, cioè insieme a Dio, e questo è già di per sé straordinario!

Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. Ora e per sempre voglio lodare il Tuo grande amor per noi…Mia roccia Tu sei. Forza e conforto mi dai. Con tutto il cuore e le mie forze sempre io ti adorerò!”. Il canto iniziale ci immerge nella dimensione divina e rende palpabile la presenza di Gesù, che è già qui. Noi cantiamo di gioia per Lui, per tutto quello che ha già fatto e che ancora farà per noi. “…Per sempre, Signore, con Te resterò. Non c’è promessa, non c’è fedeltà che in Te…!”. Esultiamo alla presenza del Risorto, perché Lui è con noi, perché Lui è dentro di noi ed ancora vuole compiere prodigi. Lasciamo ogni altro pensiero e cominciamo a lodare il Signore. Le Sue meraviglie non sono ancora terminate. Oggi pomeriggio Egli manifesterà la Sua potenza su di noi ed anche su quelli che abbiamo lasciato a casa.

Sentiamo che Gesù è con noi e vuole fare grandi cose. Adesso Egli vuole guarire tanti infermi e liberare molti fratelli che ne hanno bisogno. Questo è il momento in cui la nostra lode deve esplodere e raggiungere il cuore di Dio, proprio mentre Gesù ci sta inondando con il Suo Santo Spirito purificatore e guaritore. Iniziamo a cantare in lingue, ma in realtà, è lo Spirito di Dio che canta in noi e che ci fa esultare, perché grande è la Sua potenza in mezzo a noi oggi. “Mio Dio, mio Signore, mio Tutto!”, gridano dall’animazione. Il Signore effonde il Suo amore su di noi. Il nostro spirito è pronto per ricevere lo Sposo. Gesù in questi giorni ci ha preparato a vivere a questo momento. “Gioisce il mio cuore ed esulta alla Tua presenza. Grazie per tutti i benefici che ci hai concesso. Grazie per averci salvato da una vita senza senso. Grazie per il giorno che ci hai salvato. Vieni, amore della nostra anima! Vieni e toccaci!”, è l’invocazione di Carmela.

Noi ora lodiamo Gesù e crediamo che Lui farà tutto il resto, perché il Signore è dalla nostra parte ed è con noi. Ci disponiamo ad accoglierLo, così come si accoglie un Re ed uno Sposo, come si abbraccia l’amante dell’anima nostra. Per farlo, cantiamo: “Spirito dei Quattro Venti, soffia su di noi… Balsamo che curi i cuori, riempici di Te. Spirito di Dio, scendi su di noi. Intimo dei cuori, rivelaci Gesù. Spirito d’amore, meraviglioso sei. Ospite dolcissimo, vieni in noi!… Donaci un cuore puro per adorare Te… Fonte d’acqua viva, dissetaci di Te”. Sono le parole del cuore più che quelle del bellissimo canto che esce dalla nostra bocca. Sono il nostro anelito rivolto allo Spirito Consolatore che Gesù ci ha lasciato, perché non fossimo mai soli e perché, attraverso lo Spirito Santo, potessimo sempre salire sul monte, tutti i giorni della nostra vita.

“Io non voglio toglierti nulla, – dice il Signore ad alcuni – voglio solo inondarti del mio amore e rinnovare la tua vita. Però tu fammi entrare ed abbandonati al Mio Amore”. Questo è il momento di chiedere con fiducia, con fede. Questo è il momento in cui il Signore vuole realizzare tutte le nostre preghiere e guarirci. Vuole darci un segno tangibile di questa potenza santa. “Non perdere questa occasione! Io sto passando vicino a te!” C’è grazia per tutto quello che lo Spirito farà nei cuori. Apriamoci a Lui, dunque, e lasciamoLo operare.

Gesù ci sta chiedendo di esercitare la nostra fede, anche per quei fratelli che non ce la fanno da soli. Vogliamo farlo con la stessa fede dei barellieri che trasportavano il paralitico e poi lo calarono addirittura dal tetto della casa, pur di portarlo davanti a Gesù! “Stendi la tua mano, tocca il Suo mantello e sarai guarito!”, fa sentire il Signore ai fratelli dell’animazione.

Intanto cantiamo: “Io credo, Signore, che Tu possa guarirmi, se solo io potessi sfiorare il Tuo mantello, Gesù! Guariscimi per il potere del Tuo sangue. Purificami per il potere del Tuo amore. Consolami, soffia il Tuo Spirito dentro di me ed io vivrà proclamando che Tu sei il Signore”. Molte catene si stanno spezzando e noi viviamo e proclamiamo la vita di Dio in noi. C’è una pioggia di benedizioni e di guarigioni che scendono sull’assemblea. Perciò, o Signore, tocca e guarisci! Che i ciechi vedano e gli zoppi camminino, nel Tuo Nome Santo!

La grande potenza del Signore è qui, è palpabile. Veniamo invitati dall’animazione anche a compiere gesti di misericordia e di annuncio nei confronti dei fratelli che ci sono accanto, ad esercitare il perdono, a ricordare che i Suoi prodigi non sono riservati a pochi, ma sono per tutti. A qualcuno che dubita e che si sente indegno, il Signore sta infatti dicendo: “Io posso fare nella tua vita più di quello che tu potresti mai fare”. E questo solo perché Lui ci ama!

Ci viene ora chiesto dall’animazione di imporre le mani su coloro che sono malati, in un momento in cui la nostra fede è stata rafforzata dalla presenza e dalla manifestazione dello Spirito. Intanto Gesù sta guarendo alcuni dalla maculopatia agli occhi ed una persona allo stomaco: “Sì, lo voglio. Sii guarito!” Poi Gesù invita una sorella a stendere il braccio, che non poteva più aprire, e risana un uomo da un tumore al colon. Sta guarendo alcune coppie di sposi, mettendo la Sua mano santa e potente su quel sacramento che questi sposi sentono vacillare e che ora Gesù sta rigenerando.

E adesso Gesù distrugge il tumore al polmone destro di un fratello, mentre ad alta voce gli gridiamo i nomi di coloro che sono malati, affinché li guarisca. Ora è la volta di un nodulo al seno, che non risulterà più negli accertamenti medici che una sorella farà. E poi di alcune malattie della pelle, che Gesù sta facendo sparire. E Gesù si sta occupando anche di un bambino rimasto a casa ed anche di un altro piccolo, con una malformazione al cuore… ora sono guariti. E sono guariti anche un uomo che ha un persistente dolore allo sterno ed una donna con ferite psicologiche derivate dall’infanzia.

Entriamo nel cuore di Dio. Lì c’è la nostra guarigione!” É l’invito dello Spirito attraverso i fratelli dell’animazione. Gesù non si ferma, ancora non ha terminato la Sua azione risanatrice, che si riversa su ognuno dei presenti. Noi Lo ringraziamo, mettendo tutto ai Suoi piedi. “Chiedete nel Mio Nome”, ci incoraggia Gesù, invito ripetuto anche in vari passi di guarigione dal Vangelo, che vengono letti dall’animazione. Infine il Signore ci invia a pregare sui fratelli ed a guarirli nel Suo Nome…

E poi perché pensare che le nostre preghiere si stiano fermando a questa sola tenda? Stanno, invece, andando in tutto il mondo, perché Gesù sta agendo in tutti i Suoi fedeli, dovunque essi siano. La Sua potenza continua a guarire ed evangelizzare anche oggi, perché coloro che guariscono hanno ricevuto gli effetti del Vangelo. Alleluja!

Omelia di S. Em. Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della C.E.I.

La S. Messa del 24 aprile 2023 è stata concelebrata da molti sacerdoti e presieduta da S.E. Mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della C.E.I.. Durante la sua omelia, Mons. Zuppi ci ha detto: “Penso oggi a tanti che hanno camminato con voi e che ci precedono nella casa del Padre. Sono persone che ci hanno trasmesso la santità di Dio, una santità che resta a distanza di tempo e continua a produrre il Suo amore. Essi pregano ed intercedono per noi, affinché siamo più forti e capaci di amare di più. L’amore a cui Dio ci chiama non è a perdere, a scadenza, ma è un amore che dura e che cresce.

Ieri ero alla Comunità di Capodarco, che si occupa di malati psichiatrici e disabili. Lì c’era un ragazzo che ha fatto testimonianza e che si rallegrava di aver trovato Qualcuno più testardo di lui (Gesù!), che lo ha aspettato e lo ha cercato fino ad averlo trovato ed attirato a Sè. Eppure oggi noi spesso non siamo così, non cerchiamo gli altri. Siamo impauriti e diffidenti e cerchiamo, invece, di trincerarci nei nostri confini e nelle nostre sicurezze, di fronte al male ed alle incertezze. Ma la vera risposta è una Comunità come questa, dove ognuno si sente a casa, dove ognuno si sente fratello e prossimo, come ci chiede il Signore. Il mondo oggi è un posto in cui crescono i confini e non la casa comune, un mondo dove non sono “fratelli tutti”, ma “tutti contro tutti”. Abbiamo vissuto la pandemia di COVID19 e poi la terribile e attuale pandemia della guerra. Viviamo ogni giorno un tremendo venerdì santo di morte, in cui i fratelli sono vittime della cattiveria degli altri, dove vengono lasciati soli, umiliati e uccisi.

Qui, invece, mi sento a casa, una casa aperta, di tutti. Come i discepoli di Emmaus, ora Gesù è nel nostro cuore e Lo sentiamo. É vero che a volte fatichiamo e ci sembra che niente cambi e che nulla valga la pena. Invece no, siamo cristiani e quindi chiamati ad essere testimoni di Gesù Risorto. Eppure Papa Francesco dice di vedere a volte tante facce di mummia. Forse Gesù ci ha lasciati soli? No, dobbiamo essere testimoni del Risorto in un mondo dove spesso impera una cultura della morte dall’inizio alla fine della vita! Persino al suo inizio la vita viene buttata via con l’aborto. E poi nel suo mezzo, quando si vive solo per se stessi e non per Lui. E la vita non viene rispettata nemmeno alla fine, quando con l’eutanasia si sopprime chi non ce la fa.

Gesù mette una piccola luce d’amore nel cuore di ciascuno di noi, – dal momento che la chiamata è personale! – una flebile luce che però si vede così tanto nelle tenebre! E quante tenebre ha il mondo! Tenebre piccole e grandi, con pandemie globali e personali, che travolgono la nostra vita, in cui non ci ritroviamo più e tutto ci crolla intorno. Si apre allora un baratro dentro di noi e a quel punto fare gli stupidi con gli altri o avere mille collegamenti sui social non ci risolve la depressione!!

Gesù ci chiede, invece, di cercare il vero cibo, che è quello dell’anima. E questo non perché Egli non consideri anche il cibo corporale. Dobbiamo certamente aiutare gli altri nelle loro necessità concrete, altrimenti l’amore è vano. Se hanno fame, occorre fornire da mangiare a questi fratelli e, se sono nudi, vestirli. Però il vero nutrimento è quello spirituale, è il Pane della Sua Parola e quello del fare la Sua Volontà, il Pane di credere in Lui. Questo Pane non finirà mai! Se non lo prendiamo, avremo sempre fame. É il Pane del Suo Amore e della Sua Presenza, che sazia la nostra vita, che ci trasforma, che ci rende forti perché abbiamo Lui e non chissà quali altre cose!

Tante volte perdiamo tanto tempo ed energie in questioni che non contano, per del pane che non sazia. Se, invece, troviamo il vero Pane, con i nostri cinque pani e due pesci sazieremo una folla. “L’opera di Dio è credere in Colui che mi ha mandato”, dice Gesù nel Vangelo e ciò significa: voler bene, non altro! Quando parliamo con la sapienza del Vangelo, nessuno può resistere, perché il Vangelo spiega la vita e ci rende veri sapienti, perché sapienti dell’Amore.

Tutti vedevano in S. Stefano un angelo, dicono gli Atti degli Apostoli. Ma cosa significava? Stefano  potremmo definirlo oggi come uno buono, uno che mi guarda con rispetto e mi ama, senza tornaconto. L’angelo mi assiste anche quando non penso a lui, perché riflette l’amore di Dio. E Stefano era così. Anche noi possiamo essere angeli che riflettono l’amore di Dio. Non importa il nostro aspetto esteriore, ma conta quello che abbiamo dentro e quanto siamo capaci di dare agli altri, per amore di Gesù. Abbiamo esempi splendidi di “angeli” tra i santi. Prendiamo, per esempio, San Francesco d’Assisi, che era piccolo e brutto, con un occhio molto più grande dell’altro, a causa di un glaucoma. Eppure era talmente pieno d’amore da ammansire addirittura le belve, di cui il Lupo di Gubbio è il più celebre.

Abbiamo un altro meraviglioso esempio in Don Tonino Bello, così attento agli altri, che, pur soffrendo moltissimo, trasmetteva speranza. Questo è “essere come angeli”. E proprio lui, Don Tonino, diceva anche che dobbiamo essere “l’ala che fa volare il fratello” e non noi stessi. Gesù ci ha chiamati peccatori come siamo, orgogliosi e testardi, ma poi ci trasforma e ci fa capire quanto siamo preziosi, allorchè Lo seguiamo. Allora diventiamo capaci di fare delle cose straordinarie e di essere quell’ala per i fratelli, che li fa volare. Oggi c’è tanto bisogno di questa “ala”, di resurrezione in una cultura di morte, bisogno di vita vera in una vita finta, di amore vero in un amore degradato a funzione digitale da sito d’incontri. E con Gesù ognuno di noi può essere come S. Stefano, testimone del Risorto, con un amore che vince il male e la morte. Aiutiamo, dunque, il Signore a riportare il mondo allo stato di grazia, in cui lo ha creato, e a dotare gli altri di quell’altra ‘ala’ che  farà loro spiccare il volo.”

Adoraziona Eucaristica, presieduta da don Pasquale Ferone

La giornata è stata intensa e piena di tante cose. Siamo davvero un po’ stanchi, ma con Gesù ci si riposa e noi ora vogliamo riposare nelle Sue braccia. AdorarLo è stare in intimità con Lui, vicino a Lui, così vicino da poter mettere il nostro orecchio spirituale vicino al Suo viso, alla Sua bocca, per ascoltare le parole che Lui sussurra piano al cuore di ognuno di noi. É appoggiare il nostro cuore sul Suo cuore, per sentirne il palpito d’amore, che  ad ogni battito, risuona con: “Ti amo!”.

 

Ci accomodiamo e tra un po’ entrerà la processione, per accompagnare il Signore fino al palco, dove verrà intronizzato come Re dei Re,  come Sovrano dei Sovrani, che è maestoso in santità… ma che è anche l’amante ardente di ogni anima, l’Amato tanto cercato nel Cantico dei Cantici. Egli è fuoco, è luce, è gioia, è forza, è tenerezza. Gesù è sicurezza, è letizia, è pace, è il nostro Unico bene. Gesù è il Cristo, l’Unto di Dio. É l’Alfa e l’Omega, è Colui che doveva venire, è l’Atteso dei secoli. Gesù è il Signore.

Gesù è ora giunto tra noi e viene posto sull’altare nel grande ostensorio, in mezzo a coloratissimi fiori, che rappresentano l’omaggio del Creato al suo Creatore e sono segno della gioia dell’uomo. Le nostre ragazze stanno danzando davanti al Suo trono, per farGli festa e come figura esterna della danza dei nostri cuori, che ora esultano in Lui. “Guardami! Dove sei? Vieni a me”, dice il Signore ad ognuno di noi. Ancora una volta Gesù viene a cercarci… il Signore della Vita e della nostra esistenza. Ancora una volta Egli prende su di Sè le nostre infermità, le nostre ribellioni e ci salva. OffriamoGli dunque tutti i nostri pesi, affinché questa Adorazione sia potente! Anche Gesù ci chiede proprio questo: “Offrimi il tuo peso, dai a me quello che ti fa soffrire e appoggiati a Me!”

 

E noi, Signore, ti riconosciamo Signore della nostra vita. Sei Tu il Dio-con-noi, l’Emmanuele, che si è fatto piccolo per stare con noi. Lui, il Signore dei Cieli, si è incarnato in un bambino, per salvare l’uomo dall’interno della nostra umanità. Si eleva fortissima una lode nelle lingue dall’assemblea. Questo popolo canta le meraviglie del Signore, mentre una forza divina esce da Lui e tocca tutti noi. Gli angeli stanno cantando con noi e dicono: “Santo, santo è il Signore, re dell’universo!”.  “Tendi la tua mano ed apri il tuo cuore!”, ci invitano dall’animazione. La santità di Dio riempie questo luogo.

Alcuni tra noi però sono tentati e dubitano. Sono increduli e non lodano il Signore, perché finora non hanno ottenuto da Lui quello che Gli avevano chiesto. Gesù si rivolge proprio a loro e li chiama: “Venite, venite a Me. Ora è il momento della vostra guarigione, il momento del vostro miracolo.” Gesù ha pazienza e vuole radunare davanti a Sè tutte le Sue pecore, specialmente quelle più arruffate e scontrose. “Stasera, figlio, sono qui per te. Alza gli occhi verso di Me!”. Ci aiuta anche il Servizio Internazionale della Musica e del Canto, che ci guida nella lode con il canto: “Adoro Te, fonte della vita. Adoro Te, Trinità infinita. I miei calzari leverò su questo santo suolo Alla presenza Tua mi prostrerò...”.

 

Tanti stanno consegnando la propria vita al Signore, tanti stanno facendo delle scelte importanti e anche delle rinunce importanti. Gesù li accoglie, li benedice e parla loro: “Com’è vero che Io vivo, figlio mio, figlia mia, vivi anche tu!… Che cosa stai aspettando, figlio mio? Io voglio far parte della tua vita. Consegnami tutto, senza paura.”. E Tu, Signore, facci camminare tutti nella luce! Gesù continua: “Dona a me la tua preoccupazione, la tua ansia. Sono Io che ti guarisco. Fidati di Me”. E noi ora vogliamo fare proprio questo gesto spirituale, consegnandoGli l’intera nostra esistenza. Gesù ci sta facendo sentire che ci perdona e ci invita a non ricordare più le cose passate ed a cambiare vita.

Molte preghiere di liberazione e profezie nelle lingue si elevano dall’assemblea, perché il Signore vuole suscitare un popolo di profeti, pervasi dal Suo Spirito. E noi ci arrendiamo al Suo amore. C’è una grande intercessione della Vergine Maria, che questa sera sta chiedendo a Gesù di operare, come a Cana, il miracolo dell’amore. “Guarisci i miei figli”, gli chiede la Madonna e Gesù si intenerisce alle preghiere della Madre.

 

Lo Spirito Santo ci invia poi il Salmo 84,5-12, in cui leggiamo: “…Stare un giorno nella casa del mio Dio vale più di mille altrove. … Ho scelto di stare sulla soglia del mio Dio, piuttosto che abitare nelle tende degli empi; poiché sole e scudo è il mio Dio”. Questo ce lo dice lo Spirito, ma ce lo fa sentire anche il nostro cuore. Come camminare senza di Lui? Dove dimorare lontano dal Suo Volto? Dove potremmo mai trovare la vita se non in Gesù?

 

Io confido in Te, la mia forza. Tu non mi abbandonerai, o mio Signore”, cantiamo tutti come in un’unica grande professione di fede. Intanto Gesù Eucarestia sta ora passando in mezzo all’assemblea e noi ci arrendiamo al Tuo amore, Signore Gesù! É proprio quando noi ci arrendiamo che Tu vinci! “Adonai Elohim, Sebaoth Adonai…alleluja”, Signore, Dio delle Schiere, alleluja! Signore, nostra forza e salvezza. Vogliamo stare con Te per sempre! “Meraviglioso, sei. Per l’eternità il canto mio sarai. Hai conquistato ogni parte di me. Meraviglioso sei!”

Myriam Ramella Cascioli

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