Il fenomeno Halloween è diventato purtroppo una moda che dilaga ormai nelle case e perfino nelle Scuole cattoliche; per questo il mio vuole essere un appello a genitori, nonni, educatori, insegnanti, sacerdoti e tutti i consacrati che vogliono vivere Cristo. Non si tratta soltanto di una grande operazione commerciale, di un “business” legato al consumismo ormai imperante, bensì di qualcosa di inquietante e tenebroso. L’aspetto esteriore, senz’altro più appariscente, è costituito dalle vetrine dei negozi piene delle famose zucche, effigiate un po’ ovunque, dalle raffigurazioni di scheletri, zombie, vampiri, streghe e altre creature mostruose, spesso con il viso deformato, sfregiato, insanguinato, da costumi e oggetti atti a esprimere il macabro, il truculento, l’orrido, il mortifero: tutte cose assai poco educative per i nostri ragazzi, rivelatrici anzi di un progetto volto a portarli a vivere la trasgressione, mortificando la dignità e sacralità del corpo. Ma dietro la parvenza di un fenomeno che, agli osservatori più distratti potrebbe sembrare una carnevalata, un’occasione ludico-ricreativa per adulti e bambini, si nasconde invece una realtà sconvolgente, e particolarmente pericolosa per le sue conseguenze, che molti Cattolici purtroppo ignorano, tollerano o addirittura giustificano. Dietro Halloween c’è il mondo dell’occultismo e del satanismo; dietro parvenze di un gioco scherzoso c’è una festa diabolica, celata con astuzia e introdotta ad arte nella nostra società. A molti sfugge che questa data, la notte del 31 ottobre, è stata fin dall’antichità l’occasione propizia per occultisti e satanisti per compiere riti magici, malefici, profanazione di cimiteri e sacrilegi; nonché per praticare riti di iniziazione e consacrazione a Satana.

Da cui la necessità di adescare nuovi adepti, soprattutto fra i giovani e i giovanissimi; i quali, incitati a pratiche trasgressive e alla partecipazione a veri e propri riti esoterici, spesso conditi da cerimonie orgiastiche, finiscono per cadere nella rete delle Sette sataniche, dalle quali poi è difficilissimo uscire. E uscire “indenni”. I danni fisici, psichici, spirituali e sociali riportati sono infatti gravissimi, anche e soprattutto a motivo dell’attività “straordinaria” del demonio (ossia: infestazioni, vessazioni, ossessioni e possessioni diaboliche) che in ultimo porta questi giovani all’attenzione dei Padri esorcisti. Si tratta cioè di una vera, nuova “emergenza pastorale”, della quale, nella chiesa  Cattolica, si fa carico in modo particolare proprio l’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE). Ignoranza superficialità, dabbenaggine, proselitismo da parte del male, secolarizzazione e la famigerata “dittatura del relativismo”, denunciata a suo tempo da Papa Benedetto, sono all’origine del problema, che l’affievolimento generale della fede non riesce a contrastare in modo adeguato. Affievolimento che si manifesta anche nel fatto che tutto questo fa passare poi in secondo piano la celebrazione della festa cristiana di Tutti i Santi, tradendo in tal modo la nostra storia, la nostra cultura, la nostra tradizione e, soprattutto, la nostra fede. Halloween deriva dall’antica cultura celtica, dai sacerdoti druidi che andavano di porta in porta per ottenere un’offerta, con la quale ingraziarsi il principe delle tenebre Samhain, e che ripetevano ogni volta: «Sacrificio o maledizione?». Altro che: «Dolcetto o scherzetto?», come si è poi trasformato! Noi vogliamo invece favorire la conoscenza e il culto dei nostri Santi, persone come noi, ma che per Gesù e per il prossimo hanno dato la loro vita, e che pertanto meritano di essere ricordate ed emulate. Non vogliamo banalizzare questa festa; tantomeno vogliamo confondere il sacro con il profano (anzi con il diabolico). Andiamo dunque a celebrare liturgicamente la vittoria di Tutti i Santi; vittoria che è anche la nostra. I Santi di Dio sono il volto dell’uomo che sceglie la via dell’amore, entrando alla sequela di Cristo. «Amore – come diceva S. Giovanni Paolo II – che è la forma dell’eternità e che ci dona, già in questa vita, un anticipo di paradiso». Sul loro modello vogliamo anche noi, indistintamente, vivere la nostra personale vocazione alla santità, ricevuta nel battesimo. Dunque, bando alle zucche vuote… e i migliori auguri di santità a tutti.

Walter Cascioli

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