Ho ricevuto la Cresima a 33 anni, per potermi sposare in Chiesa; mio marito invece era credente e praticante. Abbiamo avuto due figlie meravigliose, ma quando Siria ed Elena avevano 6 e 8 anni, Giuseppe si è ammalato di tumore al polmone (adenocarcinoma bilaterale non operabile, con metastasi). Quando l’abbiamo scoperto è stato terribile, ci sembrava di vivere in un’assurda e orrenda allucinazione; e a me, che sono infermiera, è toccato comunicare la cruda realtà anche alla sua famiglia. Purtroppo mio suocero ha avuto un grave malore, che gli ha procurato un infarto cardiaco e quindi una morte veloce, tra le braccia del figlio. Il mondo mi è crollato addosso. In quello stesso periodo la mia collega di turno stava vivendo una situazione familiare difficilissima e, per ragioni inspiegabili per me allora, affrontava tutto con una grande luce negli occhi. Così ho sentito il bisogno di chiederle che cosa le desse tanta forza e coraggio e lei mi ha raccontato del suo incontro con Gesù, che la stava salvando dalla disperazione.
Insieme a mio marito e alle bambine abbiamo iniziato allora un intenso percorso, di conoscenza del Vangelo e di crescita spirituale, e abbiamo avuto la grazia di entrare nella Comunità Gesù Risorto, dove ci hanno accolto e aiutato a “imparare a pregare”. Ogni giorno chiedevo al Signore di salvare la vita di Giuseppe, o almeno di non farlo soffrire; e Lui mi ha ascoltato, perché in due anni mio marito non ha mai avuto dolori fisici e non ha dovuto prendere alcun antidolorifico. È morto improvvisamente, una notte, dopo una bella serata in amicizia e allegria, in casa nostra, in mezz’ora, senza dolore, tra le mie braccia. La mia nuova vita con Gesù mi ha permesso di vivere la malattia e la morte del mio grande amore con dignità, con il coraggio necessario a tutta la famiglia, con la consapevolezza di rincontrare la sua anima in Paradiso. Subito dopo però il mio corpo ha ceduto, completamente, e l’artrite psoriasica, che dormiva nei miei geni, è scoppiata, manifestandosi con dolore, impotenza funzionale, infiammazioni ed erosioni su molte ossa, soprattutto di mani, piedi e ginocchia (come diagnosticato anche da referti di varie ecografie e risonanze). Così stavolta, insieme ai fratelli della Comunità, abbiamo iniziato a pregare per me. Dopo un anno circa ho ricevuto anche l’effusione dello Spirito Santo. E nel frattempo ho iniziato una terapia omeopatica, che però non si dimostrava troppo efficace; così, prima di passare a farmaci convenzionali, più terribili, ho sentito l’esigenza di valutare la situazione con un reumatologo. Mentre mi dirigevo verso il suo studio, mi sono fermata davanti alla chiesa della Madonna dei Miracoli, stranamente aperta a quell’ora e con la statua della Vergine esposta sull’uscio. L’ho guardata e amata; poi ho pregato per me e la mia malattia. Durante la visita il medico toccava e premeva su tutti quei punti solitamente tanto dolenti, ma io provavo pochissimo dolore; ha eseguito altre indagini e alla fine, guardandomi dritto negli occhi, mi ha detto che per lui, in quel momento della mia vita, io non avevo nessuna malattia artritica in atto, perché le infiammazioni e le erosioni non c’erano. Erano scomparse!
Tre sono le grandi grazie che ho ricevuto da Dio: la mia conversione e la conoscenza meravigliosa che ora ho di Gesù, il fatto che mio marito non abbia sofferto e questa mia guarigione, grazie alla quale riesco ad affrontare la responsabilità e il peso di crescere le mie figlie da sola, con tutta la forza che Gesù mi trasmette ogni giorno.
I dolori non sono completamente scomparsi ma, dopo quella diagnosi, non li vivo con l’angoscia e la paura del domani; perché domani, come oggi, ho Gesù nel cuore.

Norma
“S. Maria della Visitazione” – Roma

 

Share This