Preghiera del 28 aprile mattina

Ed eccoci all’ultimo giorno. Purtroppo il nostro 37esimo Convegno sta per terminare, ma certo non prima di aver ancora una volta pregato tutti insieme e reso grazie al Signore nell’Eucarestia. Intanto ci sono fratelli che cominciano già a salutarsi, nel timore che dopo, nella calca finale, si perdano di vista. Bisognerà, in effetti, aspettare un altro anno per potersi rivedere, provenienti da ogni angolo d’Italia e da vari Paesi del mondo. E pensare che ci sono tante altre nazioni che ci stanno letteralmente aspettando, che aspettano la Comunità, per ravvivare la fede in Gesù in quei luoghi o addirittura per evangelizzarli. Quest’anno, tra qualche mese andremo in Indonesia e poi in Svizzera. E chissà cosa porterà il 2025? Dio ha troppa fantasia per le nostre povere menti. É meglio che guidi Lui. Noi Lo seguiamo.

 In questo momento le bandiere dei Paesi in cui siamo già presenti sono state portate sul palco ed offerte al Signore e a Maria. Viva Maria, al cui Cuore Immacolato abbiamo consacrato l’altro ieri la Comunità intera e noi stessi. Madre, Ti apparteniamo, mettici tutti sotto il Tuo manto protettore! Adesso che ritorneremo alle nostre case ed alle nostre cose, sii Tu la nostra Consigliera e la nostra Consolatrice. E Tu, Gesù, nostro Dio e nostro fratello maggiore, vinci, vinci ancora per noi e in noi!

 Ogni difficoltà che abbiamo avuto per arrivare al Convegno è stata ricompensata dalla potenza di quanto abbiamo vissuto. Siamo nel cuore di Dio. Simbolicamente esponiamo sull’altare del palco il cuore di rose bianche che ieri i bambini della Comunità hanno composto. Lì dentro c’è tutta la Comunità, c’è ogni fratello e sorella, ogni comunità parrocchiale ed ambientale, ogni servizio locale, nazionale ed internazionale. C’è ogni singola e più minuta cosa di noi e tutto il nostro essere.

 “Gesù è il Signore, Gesù è il Signore…. Ogni ginocchio a Te si piegherà ed ogni lingua a Te canterà….!” É iniziato il canto. “Innalza la lode con noi…Innalza la lode con noi…Gesù è il Signore…!  Basterebbero queste due frasi a compendiare tutto. Sarei tentata di non scrivere più niente. Gesù è il Signore della nostra vita. É un atto di fede proclamarlo, ma per noi adesso è un’esigenza, è una gioia che nasce dal nostro più profondo nel gridarlo. É l’affidamento di quanti che hanno sperimentato la Sua forza, il Suo amore immortale, la Sua dolcezza.

 

Oggi noi scegliamo con tutto il cuore che Tu, o Gesù, sei il Signore, il mio Signore, il Signore di ognuno di noi… Lo vogliamo gridare a tutti che Gesù è il Signore della mia vita, della mia famiglia, del mio passato e del mio futuro e che non ce n’è un altro. Per questo innalzo a Te la mia lode. Noi Ti apparteniamo. Metti il Tuo sigillo sul nostro cuore.” É questo l’atto di dedizione a Lui che viene proclamato dai fratelli dell’animazione, mentre tutto il popolo loda, come quando Mosè consacrò gli Ebrei al Signore, accettando di essere Suo popolo e di appartenerGli come eredità imperitura. Stiamo consacrando al Signore ogni situazione che dovremo affrontare quando torneremo a casa. Lui è il Signore. Signore, Signore, prendi, prendi…ti dono anche questo. Ecco il mio respiro, ecco mio figlio, ecco mio marito, ecco la mia intera famiglia, i miei antenati, i miei futuri discendenti. Prendi a piene mani, prendili tutti, Signore. Prendi pure quello che nella mia vita non funziona, quello che mi ha creato vergogna o paura, quello di più spaventoso talvolta mi tormenta. Vieni a rinnovarmi! Tutto accetta di me e tutto rendi Tuo.

 

E quanto il Signore gradisce l’offerta che ogni cuore Gli sta facendo! Ci dice infatti: “Tranquillizzati. Quando tornerai a casa, troverai tante novità. Io mi sto occupando di te”. E, rivolto ad un fratello in particolare: “Tornato a casa, ti chiameranno per il lavoro che tanto aspetti”. Grazie, Gesù! “Spirito Consolatore, vieni in noi. Spirito di preghiera, vieni in noi. Spirito di adorazione, vieni in noi!”… stiamo cantando per dire grazie e per averne ancora e ancora di questo meraviglioso, incredibile, insostituibile Spirito Santo.  “Spirito Liberatore, vieni in noi… Santo Spirito, vieni in noi…” Peccato che, mentre scrivo, non posso trasmettervi la forza di queste parole e l’ardente desiderio dei nostri cuori. Purtroppo non posso farvi ascoltare neppure la musica degli strumenti e quella ancor più melodiosa delle nostre anime che si aprono allo Spirito. Ma anche voi che leggete sapete pregare e conoscete la Sua forza. Voi sapete per esperienza che, quando arriva Lui, come rombo di tuono, come rumore di mille cascate fragorose e dirompenti, entra e ci travolge felicemente. Ci rende beati e ci libera, ci sana. Lui è lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio, che appartiene al Padre ed al Figlio in una comunione trinitaria, in cui anche il Padre ed il Figlio appartengono allo Spirito Santo. Trinità Santissima, che ci vuoi insieme a Te, Dio meraviglioso che ci metti nel Cuore di Cristo, che ci fai entrare dallo squarcio del Suo costato e che con le Sue piaghe ci guarisci!

“Per il Sangue della Croce, sia ora guarita ogni malattia spirituale ed ogni persona con uno spirito di suicidio. In particolare una donna ne soffre ed è qui nell’assemblea…E c’è uno spirito di non perdono che si sente schiacciato da questo momento di fede e che deve andare via…. É il momento di affidare a Gesù quel fratello che tanto ci fa soffrire. Lui può farcelo perdonare… E poi c’è un demonio che vuole lo spegnimento del desiderio tra marito e moglie ed un altro che vuole allontanare i figli dai genitori. Dunque, riconciliamoci tra responsabili, dichiariamoci l’amore tra marito e moglie, baciamo i nostri figli e stringiamoli qui o nel nostro cuore….Gesù vuole scacciare ogni demonio…Chiunque in questo luogo si sente non amato, non accettato, sappia che è un inganno. Guarisci, fratello, nel Nome di Gesù! ”…. E queste sono solo alcune delle parole di conoscenza che lo Spirito Santo sta suscitando. Il resto, fratelli, immaginatelo nel vostro cuore, perché qui sta cadendo una pioggia scrosciante di benedizioni, un vero diluvio!

 

 E c’è ormai spazio solo per il bene, perché il Signore è all’opera. Jeshua, Dio salva. Egli sta mettendo nel cuore di tanti fratelli gesti d’amore, anche verso coloro che non sono qui. C’è un figlio che non parla da tanto tempo con suo padre. “Chiamalo, fratello!”, incitano dall’animazione. E poi  è presente una persona che non accetta se stessa e maledice il giorno in cui è nata… Ma siamo tutti nel cuore di Dio. Ognuno di noi è stato pensato, amato, creato e voluto da Lui proprio così com’è.  “Tu sei nel cuore di Dio. Ti custodirà, ti proteggerà con le Sue ali… e non sentirti abbandonato, perché tu sei nel cuore di Dio. Non temerai alcun male… tu abiti nel cuore di Dio”. Questo canto ce lo ricorda e, come tutti i canti della Comunità, non è “una bella canzone”, ma è una professione della nostra fede, un inno di lode alle opere di Dio, la richiesta sottintesa di poter vivere le parole di ogni canto comunitario nella nostra esistenza quotidiana.

L’aiuto mi viene dal Signore. Egli ha fatto cielo e terra”. Ecco l’incoraggiamento che Gesù ci manda e che significa che Lui, il Signore, infinitamente potente da aver fatto il cielo e la terra, ci aiuta certamente e che il vero aiuto viene solo da Lui. Egli sta continuando ad operare in ognuno di noi, instancabilmente. Ora un fratello sta chiedendo di essere liberato dal vizio del fumo ed il Signore lo sta ascoltando. C’è una grande compassione, una grande misericordia di Dio che aleggia sull’assemblea e che guarisce. I responsabili girano nella tenda ed impongono le mani su chi ha bisogno. Io vi scrivo e prego per me, per tutti, per voi. Non so chi siete, voi che leggerete, ma Dio vi conosce e conosce i vostri bisogni. Siate guariti, siate liberati e benedetti, fratelli miei!

 “ Ecco, gli disse Pietro. Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. Che cosa ne avremo in cambio, Signore?” (Mt. 19, 27-30). É questo il passo che Gesù ci ha mandato, a conclusione della preghiera, come messaggio e promessa di Gesù. Ben sappiamo cosa Egli rispose a suo tempo agli apostoli che Gli ponevano tale domanda e che ora risponde a noi: “Chiunque avrà lasciato tutto a causa del Mio Nome, padri, madri, fratelli, sorelle e campi, riceverà cento volte tanto….. e poi in eredità la vita eterna.”. Grazie, Gesù!  Se non avremo più forze, Tu ci rialzerai. Se inciamperemo, ci risolleverai. Se ci sembrerà di non vedere a un palmo dal naso, Tu restaurerai la nostra speranza. Grande, grande, Tu sei, o Signore, immenso bene della nostra vita. Benedetto e beato il giorno felice che Ti sei chinato su di noi e ci hai chiamato per seguirTi, per stare con Te per sempre.

Omelia di don Stefano Ranfi, Missione Cattolica del Canton Lucerna

La Santa Messa a conclusione del nostro Convegno è stata presieduta da Don Stefano Ranfi, Missione Cattolica del Canton Lucerna. Don Stefano ci ha detto: ”Abbiamo ascoltato nella Prima Lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, che i Cristiani avevano paura di Saulo, nonostante avesse dato la sua vita a Dio. Poi Barnaba lo prende con sé e Saulo abbandona tutte le sue convinzioni da fariseo, iniziando l’opera meravigliosa di evangelizzazione, per la quale lo conosciamo.

 La sua vicenda è la storia di una conversione, simile a quella di tanti che si convertono e che sperimentano la persecuzione. Ci sono addirittura persone che hanno visto una ribellione vera e propria nelle loro famiglie, di cui, una volta convertiti, non condividevano più la mentalità mondana. Quindi non ci dobbiamo scandalizzare se arrivano le prove, dobbiamo invece avere fede. Le prove e le persecuzioni sono un tesoro che si accumula in paradiso per noi.

Nella Seconda Lettura, Giovanni ci dice di fare una cosa semplicissima, ma essenziale: non amate a parole, ma a fatti e nella verità. In questo mondo non conviene stare dalla parte di Cristo e della verità, ma noi siamo chiamati a questo! Non serve fare sacrifici e fioretti, per intensificare la nostra relazione con Dio ed esserGli graditi. Bisogna accettare le prove, le umiliazioni e le situazioni difficili che arrivano e che Dio permette per il nostro maggior bene. Accettare significa sopportare tutto per amore di Cristo, inghiottire parole amare e gesti di rifiuto nei nostri confronti perché siamo di Cristo, per suo amore. Infatti Egli guarirà e convertirà chi ci perseguita proprio attraverso l’amore che noi avremo testimoniato.

 

E poi dobbiamo “lasciarci potare”, come spiega Gesù nel Vangelo di oggi. Lasciarsi potare fa male, ma è indispensabile per diventare come Lui. La Croce…quella è una potatura! Pensiamo ai chiodi, alle spine, al dolore infinito della crocefissione…. Credete forse che Gesù non abbia chiesto al Padre di “non potarlo”? Ma poi ha accettato la Croce per salvarci.  Quando ci pare che il nostro amore venga gettato via e che il bene che facciamo sia vano, dobbiamo ricordarci che la vita del Cristiano molto spesso è così: persecuzione, umiliazione, fatica e sofferenza, a cui rispondere con un’offerta di amore.

 La nostra sofferenza, infatti, non è inutile, ma noi non vogliamo comprenderlo e talvolta ci arrabbiamo con il Signore che l’ha permessa…Ma Dio ci vuole purificare con le situazioni in cui la sperimentiamo, affinché rimanga Lui solo. La “potatura” ci porta a rimanere soli con Gesù, senza quegli ammennicoli che tanto ci piacciono e soprattutto senza gioia, senza soddisfazioni e senza compiacimenti. Soli, davanti a Lui, nella verità dello Spirito.

 Quante volte noi sentiamo nel cuore le voci di Satana, che ci vuole sminuire e scoraggiare! Ben conosciamo quelle voci e ciò che dicono falsamente. Invece Dio sussurra con infinito amore a ciascuno di noi: “Tu sei il figlio mio amato. In te ho posto il mio compiacimento.” Questa è la Parola che nessuno potrà strapparci. Non esiste problema né situazione che potrà toglierci questa certezza. Noi siamo figli amati di Dio.”

Myriam Ramella Cascioli

Share This