Preghiera del 2 maggio mattina
“Buongiorno, buongiorno a te!” Ecco che una nuova giornata di preghiera, di lode, di condivisione e di gioia è iniziata. Sono ormai le 9 passate ed il servizio di accoglienza ha consumato la voce all’entrata per dare il benvenuto a tutti. Eppure ne arriveranno ancora ed altri si aggiungeranno nel pomeriggio. Va bene così. Più siamo e meglio è. “Io mi sono innamorato di Dio”, cantano intanto dal palco, “e ora son felice, perché Cristo mi ha preso per mano e non mi vuole lasciar!!”
È questa la ragione fondamentale per cui siamo qui e noi siamo pronti per lodarlo e benedirlo. “Popoli tutti acclamate al Signore…non c’è promessa e non c’è fedeltà che in te”. La preghiera è iniziata e ciascuno sa che in questa preghiera, in questa lode potrà trovare pace e guarigione. Gesù è in mezzo a noi e cantiamo la gioia di averlo nel cuore vivo e risorto. Innalziamo a Lui inni di lode con la bocca e con il cuore. Attraverso la lode vogliamo lasciarci “trovare” dal Signore, lasciarci raggiungere dalla Sua misericordia, dal Suo amore divino e totale, dalla Sua meravigliosa presenza che è fuoco, è dolcezza, è forza, è abbraccio. Egli riaccende la speranza in chi non l’ha più e dona forza allo sfiduciato, vigore all’oppresso per poter rialzarsi.
Gesù ci dice: “Canta le mie lodi e rinasci in Me! Canta le Mie lodi e risorgi con Me!” Davvero c’è bisogno di questo. Ci sono molte persone in mezzo a noi che si sentono deboli e che si sono lasciate cadere le braccia, dopo tante sconfitte. Ce ne sono altre che dicono a sé stessi: “Io non sento niente. Gesù ci sarà pure, ma io non lo sento”. Questo però è il giorno della salvezza, il giorno dell’incontro, il giorno in cui il Signore vuole guarire, liberare ed attirare a Sé quanti sono malati, soli e bisognosi
Lo Spirito di Dio sta soffiando su di noi. Lo Spirito sta operando tra il Suo popolo. “Tocca il mio cuore e la mente mia, riempi la vita mia del tuo amor”, cantiamo intanto. Vieni, vieni, Spirito Santo. Noi ti invochiamo, pregando per noi stessi e per i fratelli affinché lo Spirito si manifesti con potenza. Ci prendiamo per mano e chiudiamo gli occhi. Ci lasciamo avvolgere e cullare dall’amore del Signore. Non vogliamo più scappare. E poi dove altro potremmo andare? Solo Gesù ha parole di vita eterna. Solo Gesù guarisce con il Suo Santo Spirito!
“Il Signore vuole togliere dal tuo cuore quel grande dolore, quella grande amarezza.” Gridano dal palco. Qualcuno sta vivendo proprio questa situazione. Lasciamo che lo Spirito sposti i macigni dal nostro cuore e che avvengano prodigi di misericordia e liberazione! Gesù dice a queste persone: “Io sto ascoltando il tuo grido e ti guarirò”. Dall’animazione sentono che in mezzo a questi fratelli e sorelle c’è qualcuno che ha praticato l’aborto, pur non volendo. Il Signore vuole operare anche in loro. Non lascerà nessuno senza il Suo amore. Questo è il momento di arrendersi al Signore. Noi gli apparteniamo ed ogni cellula del nostro corpo Gli appartiene. È il momento di offrirGli tutto di noi, a Lui, il Salvatore, che sta passando in mezzo a noi.

Viene annunciata ora una guarigione da una cisti sul capo di un fratello e molte guarigioni interiori. E poi è la volta di un’ulcera allo stomaco. Gesù ordina: “Io lo voglio, sii guarito!” Gesù poi guarisce qualcuno che soffre di emicranie e un’altra persona che soffre di attacchi di panico, mentre noi chiediamo l’aiuto e la preghiera d’intercessione di tutti i santi del Cielo per tanti altri problemi e bisogni. Poi il Signore sta toccando una donna sterile e le dice: “Tu concepirai un figlio, perché Io lo voglio!”.
A un altro, che si sente come su una barca in tempesta nella sua vita, il Signore si rivolge a questa persona: “Io sono su questa barca, tu non sei da solo”. Dio sta operando con la Sua mano santa e noi vogliamo esercitare tutta la nostra fede, mentre Egli sparge sull’assemblea le Sue innumerevoli grazie. Ora ci servono solo la fede, la lode e l’abbandono a Lui…
È il momento in cui i responsabili pregano per quanti ne hanno bisogno, lasciandosi usare come strumenti dal Signore. Lasciamoci dunque toccare da Lui, che nella Sua bontà vuole donare a tutti ed a ciascuno la Vita. Intanto cantiamo: “Guariscimi per il potere delle Tue piaghe. Purificami per il potere del Tuo sangue. Consolami, soffia il Tuo spirito dentro di me. Ed io vivrò proclamando che Tu sei il Signore”. O Gesù, la mia vita, le nostre vite ti appartengono. Opera e guarisci! Libera il Tuo popolo dallo spirito di morte e non permettere che ci allontaniamo più da te!

Gesù risponde a questa preghiera: “La tua vita è preziosa per Me e tutte le voci che ti fanno sentire inutile e misero sono menzogne del demonio”. Egli ammonisce poi uno che gira con un amuleto in tasca: “Ma tu, in chi credi? Credi in me o credi nell’amuleto che hai in tasca? Chi salva la tua vita? Io, il Signore, o quell’amuleto?”. Ad un altro ancora Gesù annuncia: “Non dovrai più usare le stampelle. Camminerai senza da ora in poi, sulle tue sole gambe!”. Grazie, Signore!!
Tutti vogliamo toccare il mantello di Gesù ed essere da Lui “guariti” in qualche nostra situazione, in qualche nostro bisogno o da qualche malattia del corpo o dello spirito. Gesù non si ferma. Ora sta dicendo ad una donna: “Non temere, non perderai il tuo bambino. Tu porterai a termine questa gravidanza”. Gesù è il Signore della Vita! Gesù continua a passare tra il Suo popolo e guarisce il fegato di un fratello. Poi entra nel cuore di una sorella che vive un grande combattimento e crede di non poter essere amata da Lui. Gesù le fa comprendere: “Non sei sotto il potere del male, ma sotto il Mio. Alza il tuo sguardo verso di Me e la Mia mano è poggiata sul tuo capo. Io cancello i tuoi molti anni di dolore.”
Il Signore guarisce una persona che ha difficoltà a parlare e le profetizza: “Io ti sto guarendo, perché tu annuncerai alle genti il mio Vangelo”. Ad una donna, che pensa di interrompere una gravidanza, Gesù intima: “Non farlo, perché quel grembo è stato benedetto da me.” E ancora, rivolgendosi ad un’altra donna, Le annuncia: “Tu ti riconcilierai con tua sorella dopo tanti anni. Ti chiamerà lei.”

“Deponi, o Gerusalemme, la veste del pianto…” (Baruc 5, 1-9). È questo il brano che ci invia infine il Signore. Deporre la veste del pianto e rivestirci dello splendore della gloria di Dio, che è per noi. Che bello! A tutti coloro che si sentono schiacciati e abbandonati, il Signore comanda con la forza del Suo amore: “Sorgi!”. Siamo stati creati per la gioia e la felicità, che hanno un Nome, quello di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Molti devono annunciare questo alla propria vita e prendere coscienza di ciò che significa vivere nella gioia e nell’amore provvidente del Signore.
“Per amore di Gerusalemme non tacerò, finché non sorga come stella la sua giustizia… e tu ti chiamerai con un nome nuovo. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore. Sarai un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più abbandonata e la tua terra non sarà più detta devastata, ma tu sarai chiamata “mio compiacimento” e la tua terra “sposata”, perché il Signore si compiacerà di te”. Sono le parole del canto di chiusura, che è poi la vera profezia della preghiera ed il programma del nostro Dio per ciascuno di noi, noi Sua corona e Sua gioia!
Preghiera del 2 maggio pomeriggio
Quest’anno fa tanto caldo, eppure siamo solo al 2 maggio. Se non fosse che ci troviamo al convegno, potrebbe sembrare un pomeriggio già estivo e da mare. In effetti stiamo per immergerci in un mare, ma di grazia! La preghiera sta per cominciare. Al Ministero della Musica e dei Canti stanno provando gli strumenti, le persone chiacchierano e noi al banco web siamo occupati in varie attività …digitali. Dal palco propongono un po’ di “risveglio”, perché certamente questo clima e tanto sole sulla tenda da farla sembrare quasi una serra, invita a sonnecchiare. Allora svegliamoci con un bel “Alabaré “…
E ora che siamo svegli, possiamo lodare il Signore. Entra dunque nella nostra vita, Gesù! Vieni presto e mostraci il Tuo volto. Non lasciarci nell’oscurità, ma facci sentire la Tua presenza che dà luce alla nostra anima. Tu sei il nostro unico Re. Apri dunque i nostri occhi, Signore. Vogliamo vederti così come Tu vedi noi, anche se non siamo capaci di farlo con il Tuo stesso amore.

Il nostro cuore si sta aprendo pian piano, per accogliere Gesù nella fede. Noi crediamo nella potenza dello Spirito Santo, che è qui con noi. Gesù ci ha radunato in questo luogo affinché ciascuno possa contemplare il volto di Dio e sentire dentro di sé la Sua benedizione. La Sua salvezza ci precede, ci stupisce e noi vogliamo lasciarci condurre da Gesù, da Lui che la dona a tutti coloro che Gli aprono la porta. Dobbiamo quindi aprire quella porta, affinché Egli entri e ceni con noi, trasformando la nostra vita.
Abbiamo bisogno di una nuova effusione di Spirito Santo. Gesù ci previene e ci dice: “Cosa vuoi che Io faccia per te?”. Intanto ci sono tante mani alzate, levate verso di Lui e verso il Suo amore. Siamo oggi chiamati ad una scelta adulta, per il Signore, sì come ci racconta la Scrittura, allorché il patriarca Giosuè esortò gli Israeliti a seguire Jahvé e non gli idoli: “Quanto a me, oggi io e la mia famiglia serviremo il Signore” (Giosuè 24,15). Noi vogliamo impegnarci in questo, sapendo che con Gesù avremo una vita piena di luce, una vita forte, ricca e abbondante. Dunque ora, Signore, ci arrendiamo al Tuo amore e ti consegnamo i vizi e le idolatrie del passato, i vuoti e le futilità di esistenze spese lontane da Te, la solitudine e le grida di cuori spezzati ed aridi.. Tu sei la nostra forza e non ci abbandonerai, o Signore.
Che importa da quale strada veniamo? Tu prendi tutti, Tu accogli ogni povero, ogni figliol prodigo ed ogni Lazzaro di questo mondo. Che importa chi siamo stati? Tu ci ridai una veste bianca e la dignità dei figli di Dio. Perché credere di non poter essere perdonati anche da certi peccati, se Tu tramuti peccati rossi come lo scarlatto in bianco come di neve? Tu sei la salvezza. Tu hai pagato per tutti noi ed ora il Paradiso è in mezzo a noi e diventa possibile entrarvi ed esserne parte.
Intanto la preghiera continua. Tu sei liberazione, Tu sei guarigione, Gesù! Molti stanno guarendo dall’autolesionismo. Il Signore dice loro: “Non farti più del male, non ferirti più. Io ti amo come sei, sei preziosa, prezioso per me!” … Noi vogliamo dire sì al Tuo amore e rinunciamo a Satana, al peccato, al male, all’oppressione, alla menzogna, alla solitudine, all’ottenebramento spirituale… “Io confido in Te, tu sei la mia forza. Tu non mi abbandonerai o mio Signore!” Lo cantiamo e lo crediamo. “Mi arrendo al Tuo amore, Signore Gesù”.

Il Signore ci sta chiamando tutti come popolo e ci dona questa salvezza. La dona a questa Comunità che si è consacrata al Cuore Immacolato di Maria. Il male non trionferà, perché siamo sotto la protezione di Maria, sotto cui ci siamo posti come famiglia, come fratelli e come Comunità, come Chiesa. Capiamo che il Signore non si stanca di venirci a cercare e lo sta facendo proprio ora, scendendo persino negli inferi più oscuri di qualche fratello, abissi nascosti ed inconfessabili, per riportare alla vita vera la pecorella smarrita nel deserto più lontano e nella valle più profonda.
E quasi in chiusura il Signore ci invia come profezia un brano da Isaia, che manifesta proprio l’azione straordinaria di Dio in favore del Suo popolo. Quello che è impossibile all’uomo, Dio può farlo: “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca…irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio… Egli viene a salvarvi…». (Is 35, 1-9).
Non dobbiamo quindi temere nulla, perché Dio conosce il nostro cuore e la nostra vita. Egli farà di ciascuno di noi una meraviglia, un capolavoro. Siamo amati di un amore immenso. Gesù parla ora anche ai sacerdoti, che sentono sulle spalle un peso immenso: “Fratelli sacerdoti, non temete, perché siete nel cuore di Dio.” Tutti noi lo siamo.
Ora ci abbracciamo e ci diciamo proprio questo l’un l’altro: “Tu, fratello, sei nel cuore di Dio.” Vogliamo comunicarci tutto l’amore che il Signore ci sta donando. Ormai non solo siamo nel cuore di Dio. Siamo diventati il Suo cuore.
Omelia di don Alberto Tripodi, cappellano dell’ospedale Sandro Pertini di Roma
Don Alberto Tripodi, cappellano dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, ha presieduto la Santa Messa del pomeriggio del 2 maggio 2025. Nell’omelia ci ha detto: “Abbiamo ascoltato il brano del Vangelo in cui Gesù moltiplica i pani ed i pesci per coloro che erano presenti alla Sua predicazione sui colli della Palestina. Gesù in quell’episodio ha voluto mettere alla prova i Suoi discepoli e fa lo stesso con noi oggi. Ma cos’è la prova e perché il Signore ci mette alla prova? Questa è la domanda a cui ora vogliamo rispondere.
Troviamo il racconto di un momento di prova anche nella I Lettura di oggi, in cui il fariseo Gamaliele parla al Sinedrio in favore degli apostoli, affinché vengano lasciati andare. Se infatti si tratta di un’opera umana, la loro predicazione risulterà inefficace e scomparirà, ma non sia mai che ci si trovi “a combattere contro Dio!” Per gli apostoli quello è il momento della prova che arriva improvviso, inatteso. Vengono flagellati a causa del Nome di Gesù, ma essi sopportano, lieti di essere stati oltraggiati per Lui, ma poi liberati. Essi possono così tornare continuare ad annunciare la Buona Novella, come Gesù voleva ed aveva comandato loro.
Tornando al Vangelo, San Giovanni ci dice che: “Gesù sapeva bene quello che stava per fare”, (Gv 6,6) prima di moltiplicare i pani ed i pesci. Ed oggi è lo stesso. Dio sa bene e sa sempre quello che sta per “ fare con noi”. Ci mette alla prova per realizzare qualcosa di grande nella nostra vita. La prova è dunque un’opportunità, sebbene non sia mai semplice. La prova può essere indefinita, nel senso che ci accorgiamo quando inizia, ma non sappiamo quando terminerà. Ed in effetti a volte può anche durare tutta la vita!

Quando dobbiamo attraversare le prove, abbiamo paura di fronte ad una malattia, ad un lutto, ad una grave incomprensione relazionale con una persona a noi vicina o cara. È quello il momento di affidarsi a Signore. Non possiamo sapere come superare le prove, ma possiamo affrontarle insieme a Lui, senza ribellarci. Anche gli apostoli si fidarono, anche loro non capivano il senso delle loro prove, ma sapevano che la grazia di Dio non sarebbe mancata.
Dobbiamo quindi aprirci alla Grazia del Signore ed essere consapevoli che, anche quando sembra che non vi siano prospettive, lo Spirito Santo ci sostiene e ci conduce avanti. Potremo allora esclamare come nel Salmo: “Sono certo di contemplare la bontà di Dio nella Terra dei viventi!” (Sal 27,13). Chiediamo che avvenga così nel nostro momento di prova e che possiamo anche non lasciare solo il fratello, quando egli stesso attraversa la sua prova! È importante in quelle circostanze domandare aiuto agli altri e portare aiuto a nostra volta, se possiamo. È importante non allontanarsi dal cammino del Signore.

Sarà così che la salvezza si tramuterà in speranza e forza e la prova verrà superata. Pensiamo a Giampaolo. Anche lui ha fatto così. Si è rivolto al Signore ed è stato supportato dalla Comunità. Non ha mai perso la speranza e la prova della sua vita, per quanto durissima e dolorosissima, non lo ha schiacciato ed è stata da lui superata santamente!
Mi rivolgo da ultimo a coloro che ci ascoltano in streaming, affinché non disperino nelle loro situazioni di bisogno e di dolore, ma si associno ora alla nostra preghiera, che rivolgiamo a Dio per intercessione della nostra Santa Madre Maria. Possiamo sempre essere sempre fiduciosi e sostenuti dall’amore di Dio in ogni nostra prova, così come Lei ha vissuto in tutta la Sua esistenza terrena.”
Myriam Ramella Cascioli